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Nicolò è un bellissimo ragazzo, di modi garbati, ha occhi neri e profondi come il suo papà, ha sempre la parola giusta al momento giusto, se non fosse per quell'alone di mistero che l'avvolge e che tanta ansia da alla sua famiglia.Nico ha l'abitudine di allontanarsi da casa per ritornare dopo tre giorni e tre notti. La zia e i fratelli son preoccupati di questa storia, anche perché Nico non racconta nulla di se ne di quello che fa
Claudia e Mario hanno tentato diverse volte di chiedere al fratello dove va e cosa fa nei giorni che è lontano da casa ma la domanda dei fratelli cade sempre nel vuoto.
Zia Rob decise di affrontare il nipote e chiarire una volta per sempre a cosa erano dovute queste sue assenze.
Una mattina a colazione senza nessun preambolo la zia affronta il discorso, usando parole dure e amareggiate.
Nicolò, ho deciso che andrò alla montagna da Tom e lo metterò al corrente di queste tue scappate di casa, in fondo è tuo padre, ha il diritto di sapere, e lui saprà cosa fare.
Il ragazzo, guarda la zia e con una voce molto pacata la rassicura che non sarebbe successo più, di stare tranquilla e di non dire nulla a Tom.
Dopo colazione, Nico alzandosi da tavola informa la zia che quando lo vuole lo trova nella legnaia a spaccar legna.
Lo sguardo della donna dal giardino di casa accompagna la bella figura del nipote fino a che non lo vede entrare nella legnaia.
Rientrando in casa la donna diventò triste, da un po di tempo avvertiva una strana stanchezza che non la lasciava mai. Pregava Dio di darle ancora un po' di salute, non per lei ma chi avrebbe curato i ragazzi? Da quando Tom se ne era andato erano passati nove anni, Claudia ne aveva ormai diciotto, Nico 17, Mario 16. Andavano bene a scuola, erano tre ragazzi speciali, oltre che belli. La donna ogni tanto riordinava la camera di Tom, toglieva la polvere e rifaceva il letto, sperando sempre che Tom tornasse a casa dai suoi figli.
Quel giorno sarebbe andata lei a portare da mangiare a Tom, non lo vedeva da nove anni e voleva capire ancora quanto tempo sarebbe rimasto alla montagna. Rob non si sentiva bene, aveva dei strani dolori alle gambe che la tormentavano, ma non diceva nulla ai ragazzi ma voleva avvertire Tom che qualunque cosa le fosse successa, questa volta, era lei che avrebbe chiesto a lui di provvedere ai ragazzi.
Nico doveva avvertire zio Zibi, che non sarebbe stato più possibile andare da lui per interi giorni e si avviò lesto verso la legnaia, ma non per tagliar legna. Il ragazzo ricordò il giorno magico che incontrò zio zibì
Anni prima era tutto intento a spaccar legna, quando si senti tirare i pantaloni, guardò verso giù e vide che ai suoi piedi c'era un piccolo folletto, passato il primo stupore si abbassò per meglio vedere ma il follettino saltò ridendo sulle sue spalle e gli disse: sono il folletto zibì, non aver paura sono qui per te e per te sarò zio zibì.
Sono stato mandato dal popolo delle stelle per donarti dei poteri e girandosi verso due massi che da anni stavano al centro del grande stanzone della legnaia il folletto disse al ragazzo, guarda! Nico vide che i grandi massi si spostarono come due sassolini, sotto i sassi c'era una botola che si apri e sotto la botola c'era una scala.
Vieni disse il folletto con un bel sorriso scendiamo.
Il ragazzo non sapeva se era sveglio o era tutto un sogno, il follettino cominciò a scendere le scale invitando il ragazzo a scendere con lui
Nico lo segui, alla fine della scala si trovò in un grandissimo stanzone, tutto illuminato, ma non sapeva che luce fosse e da dove venisse tanta luce.
La voce del folletto le stava dicendo qualcosa che lui non afferrava, la sua attenzione si concentrò su un grandissimo tavolo di grandi dimensioni e oggetti sparsi riempivano il tavolo di cose strane mai viste
Il folletto segui lo sguardo di Nico e sorridendo gli disse: non guardare il disordine che c'è su quel tavolo, sono un folletto molto disordinato, certe volte non so neppure io dove mettere le mani ma so che tu sei un ragazzo ordinato, ho bisogno di un assistente che mi aiuti a tenere in ordine un po' il mio tavolo da lavoro.
Se ti fa piacere, potrai venire da me e restare con me ogni tanto un paio di giorni, vedrai quante meraviglie scoprirai ma la prima cosa da fare se accetti è darti il potere di spostare i massi, vieni, andiamo su
Risalirono le scale una volta sopra nello stanzone della legnaia, il folletto guardando fisso negli occhi il ragazzo, le sussurrò...rimetti i massi a posto, li devi solo fissare intensamente, Nico obbedì all'invito del folletto e con sua grande meraviglia vide i massi rotolare da soli coprendo la botola.
Ma adesso doveva avvertire zio Zibì che non sarebbe più potuto andare da lui interi giorni,l'aveva promesso alla zia.
Entra nella legnaia si dirige verso i sassi, li guarda intensamente i sassi si spostano, la botola si apre scende di corsa le scale, entra nello stanzone e lo accoglie la stessa luce magica del primo giorno, lo zio senza voltarsi e con un un timbro di voce serio gli dice: ritorna a casa, Nico, presto, corri, c'è Tom che ti aspetta
Il ragazzo passato il primo stupore, senza far domande risale di corsa le scale, non chiude ne botola e ne rimette a posto i sassi, corre veloce verso casa, accompagnato dalla voce di zio Zibì...
corri c'è Tom che ti aspetta! corri c'è Tom che ti aspetta!
Nicolò arriva a casa, spinge la porta d'entrata strillando papà! papà! papà! Zia Rob gli va incontro = non strillare, Tom non sta bene, aspetta te e nel suo letto, va figlio mio...
Continua...
Puntate già postate Prima - seconda -Terza - Quarta -cinque -sesta
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Rosy sono di fretta volevo salutarti e comunicarti di passare sui miei 2 blog nei prossimi giorni
RispondiEliminaCi risentiamo al mio rientro. Bacio
Sono affascinata dal tuo racconto e ansiosa di sapere le sorti di questi tuoi giovani protagonisti.
RispondiEliminaIntravedo il destino di Tom e forse di Rob, i ragazzi stanno crescendo...
ci stai regalando belle emozioni grazie Rosaria
un bacino
Cara Rosy, passo per lasciarti un salutino, un bacetto e un abbraccione forte e stritoloso!
RispondiEliminaciao dalla follettina pigrona (lo so, sto scrivendo poco...)
Puntata dopo puntata la storia si fa sempre più intrigante e le sorprese non ce le fai mancare davvero.
RispondiEliminaChissà cosa starai architettando per la o le puntate che verranno.
Ciao sorellina.
Riveli una grande fantasia, Rosariella.
RispondiEliminaMolto interessante la figura di zio zibì. Che cosa rappresenta? Il mondo interiore di Nico, dove il ragazzo si rifugia, oppure una proiezione magica del suo pensiero? Difficile dirlo. Potrebbero essere entrambe le cose.
Inogni caso, il racconto si snoda in un'alternanza di realtà e magia degna delle fiabe più belle.
Bravissima!
Un bacione.
Storia, come dice il nostro comune amico Aldo, sempre più intrigante, da assaporare, come si fa solo con le cose belle:-) Un abbraccio e buon fine settimana.
RispondiEliminaQuando la prossima?
Il racconto procede con le sue articolazione, oggi con Nicolò, ma tu, cara Rosaria, ci riserverai altre sorprese interessanti prima di giungere alla fine che si legherà al principio e lo risolverà scongiurando il male di Tisamano.
RispondiEliminaDel male, salvo all'inizio mi pare, non ne hai più parlato, ma è nella tua indole quasi ignorarlo e perciò lo sfiori appena e con estrema cautela. Per te, Rosaria, non esiste il male anche se convieni su ciò che si è detto fra me e te nel post precedente.
Le favole, sono destinate ai bambini ma giovano anche ai grandi. Esse tradizionalmente si occupano di affrontare appunto il male, contrapponendovi il bene in modo preponderante.
Più da vicino, nella realtà degli infanti, il male che per prima si affaccia è l'invidia, la gelosia, quella del fratellino all'arrivo per esempio. La gelosia si può manifestare in diversi modi e con diversa intensità. Il bambino può infatti regredire nel suo sviluppo, diventare capriccioso, essere violento nei confronti del fratello o dei genitori o al contrario attaccarsi in maniera morbosa ai genitori.
Invidia e gelosia sonno attaccati fra loro, ma nel racconto in questione non sembrano esserci.
Tuttavia questi due sentimenti sono stati i primi a sorgere nell'uomo, vedi il racconto biblico. Li vediamo manifestarsi molto presto, già subito dopo che Adamo ed Eva sono stati allontanati dal giardino dell'Eden: Caino, primogenito di Adamo, è anche il primo esempio di uomo invidioso e naturalmente anche geloso. Essi continuano a riapparire in mezzo ai cristiani (Filippesi, 1:15; 1 Corinzi, 3:3; Romani, 13:13). Si tratta evidentemente di sentimento duale molto ben radicato nella natura umana. In ebraico, la gelosia si chiama addirittura con la stessa parola (qin'ah) che si usa per nominare l'invidia.
Tutto questo per dire che si tratta di un sentimento caratteriale del genere umano senza il quale l'umanità si priva di uno stimolo indispensabile, per quanto assai discusso. C'è chi non si ritrae dallo spezzare una lancia in favore di Caino e non tanto di Abele
Per i napoletani, si può dire che è un principio di vita e morte che può paragonarsi ad un pizzico di sale e di altri sapori nel cibo.
In amore 'a ggelusia, come non amarla e venerarla!
Come non plaudire l'appassionata canzone "Voce 'è notte" del 1903, degli anni belli della canzone napoletana.
... Si 'sta voce, che chiagne 'int''a nuttata,
te sceta 'o sposo, nun avé paura...
Vide ch'è senza nomme 'a serenata,
dille ca dorme e che se rassicura...
Dille accussí: "Chi canta 'int'a 'sta via
o sarrá pazzo o more 'e ggelusia!
Starrá chiagnenno quacche 'nfamitá...
Canta isso sulo...Ma che canta a fá?!..."
Rosaria, in cuor tuo, anche se non del tutto palese in te, conservi questo lato scabroso della vita perché sei donna, ed ora madre dove è disposto il senso dell'umanità, nell'uomo molto meno e a volte è assente. Perciò ritornando al tuo racconto, è in Claudia che hai riposto questa grave spina nel cuo cuore. Claudia con il suo dolore dopo che Tom andò via. Ma non senza l'odio: "... Claudia, sorrideva e piangeva, ma avvertì la sgradevole sensazione dell'abbandono (del padre Tom). In quel momento prese ad odiare il bel cavaliere visto la notte scorsa, odiò il suo bellissimo volto, odiò i suoi capelli vellutati e disordinati, odiò quel suo dolcissimo sorriso, odiò lui e la montagna, tutti le stavano rubando il suo papà..."
Buon mattino,
Gaetano
Carissima Rosaria mi sono persa qualche puntata ma mi sono aggiornata e devo dire che il tuo racconto è pieno di sorprese e non finisce mai di stupire , penso di aver anche intuito come andrà a finire la storia ; a meno che tu non abbia ancora in serbo qualche sorpresa che stravolgera' le nostre aspettative e renderà il racconto ancora più intrigante e bello . Complimenti cara Rosaria , continua così !!!
RispondiEliminaUn abbraccio
Gabe, grazie dell'invito, sono venuta da te e ti ho lasciato la mia traccia.
RispondiEliminaBuona domenica ciao
Folletti, ho visto che scrivi poco
RispondiEliminama evidentemente hai troppo da fare.
L'importante è fare cose buone
Ciao pigrona
Bacini bacetto e bacione
Buona domenica e saluti a casa.
Aldo cosa sto archittettando?
RispondiEliminaBoh! poi vedremo
Buona domenica fratellone
Ti abbraccio. Ciao
Rosalba cara, staremo a vedere cosa succede nella prossima puntata-
RispondiEliminaLa posto domani
Buona domenica bacino
Ciao
Cara Annarita, la fantasia non mi è mai mancata fin da piccola, inventavo favole per mia madre pensa un po'
RispondiEliminaLei non sapeva favole cosi, quando stavo a casa nel letto la sera le raccontavo le favole che inventavo
Poi mia madre si scocciava e mi diceva
adesso basta e dormi.
E non mi faceva mai finire una favola
ma stavolta la voglio finire e la finirò..la finiro? La situazione la vedo nera.Povera me! mi ficco sempre nei guai
Insomma la tranquillità non è il mio forte
Buona domenica bacione
Ciao
Riri, Buongiorno! vediamo cosa riesco ad inventarmi, sai, questa cosa del racconto mi sta piacendo un sacco
RispondiEliminaGrazie
Buona domenica bacio ciao
Rosy
RispondiEliminaLa favola la atò seguendo e ogni volta e sempre una grande emozione ...Sono passata da te anche x augurartin una felice giornata e una stupenda domenica .
Un abbraccio affettuoso Lina
Gaetano, Gaetano, Gaetano!
RispondiEliminaL'dio fa parte di noi,ma non c'è odio senza amore.
Claudia, odiò l'abbandono, l'abbandono mette nel cuore la paura e la paura ti fa urlare questa frase.
Di una cosa mi sto accorgendo, che attraverso questo racconto e alle tue riflessioni che mi lasci, forse, senza volere sto analizzando la mia vita e la lotta che ho dovuto fare, per allontanare da me il male,che molte volte è racchiuso nell'indifferenza, nella superficialità, nella mancanza d'amore.
In questo buio mi attaccai ad una luce, all'inizio era solo un modo per sopravvivere credo...ma poi questa luce non mi ha più abbandonata, anzi, diventava sempre più esigente..mi chiedeva cose che non conoscevo
La mia vita è stata una favola dove il bene ha distrutto il male, una lotta senza armi, una lotta che nessuna vedeva solo io.lottavo, lottavo.
In questa lotta, ad istinto imparai
a cautelare la mia anima, ma capi che dovevo vivere, e cosi, ho vissuto, alzando paletti per proteggere dal mondo esterno questa mia anima..
Mentre lei cresceva io invecchiavo, ma lei è rimasta fedele all'antica (non credo di sbagliare se uso la parola) purezza, No l'ho messa mai alla portata del mondo, lei mi ha accompagnata nel mondo e di lei mi sono fidata.
Si ho conosciuto l'odio ma poi capi che non era neppure odio quello che provavo
Mentre si strilla ti odio, piangevo e chi odia veramente non piange.
Il racconto continuerà a raccontare il bene e il male, quasi accarezzando l'uno e l'altro Gaetano, la vera lotta la vera guerra della vita sono racchiuse in queste parole.
Buona domenica
Gaetano Grazie
ti abbraccio
Grazie cognatina.
RispondiEliminaBuona domenica a te e mio fratello
che hai fatto ieri sera?
Me lo dirai per telefono
Un bacio ciao!
Cara Paola, non preoccuparti se perdi qualcosa tanto le puntate le linko sotto ad ogni post,facilmente raggiungibile.
RispondiEliminaPaola, io ci credo alle vostre parole
e cosi vado avanti con più convinta.
Le sorprese in una favola o racconto sono obbligatorie
Un bacione e buona domenica
Adesso devo preparare gli gnocchi,
ma ci rivedremo molto presto nel tuo spazio.
Ciao bacio