Accomodatevi anche voi accanto al focolare, leggete e immaginate....C'era una volta, un piccolo mondo antico, dove c'era un cortile nel quale , abitava la mia nonna, materna, ma più che un cortile sembrava un quartier generale.
Non ho mai saputo il numero esatto di quanta gente ci abitasse, so solo che tanti erano i volti e le storie che si svolgevano in questo grandissimo spazio. Qui dentro la gente nasceva, viveva e moriva.
Tutte erano comare e comarelle, tra loro non c'erano segreti,
anzi, dolori e gioie erano condivisi da tutti,
tutto era semplice, talmente semplice che è difficile da credere In questo cortile si altervano i colori delle stagioni i colori della terra. Il colore della canapa, del grano, dei pomodori, dei fagioli ecc...lavoro e allegria facevano da cornice alla vita di tutti i giorni, tra gli animali da cortile, i cavalli, le mucche, i bambini ogni giorno qui dentro era una fiera. Le porte di casa erano tutte aperte e nessuno toccava nulla.Se qualcuno stava a letto con la febbre tutti davano una mano, se l'ammalata era poi una mamma, poteva stare tranquilla, che una marea di gente avrebbe provveduto a lei e ai suoi figli. Forno di campagna e lavatoio erano beni comuni che si usavano a turno
e non c'era pericolo che tra loro si litigasse, anzi, anche qui si davano tutti una mano.
Chi faceva il pane, all'ultimo infornava sempre delle pizze per offrirle alle donne
che quel giorno facevano il bucato, perchè il bucato durava tutta una giornata,non si lavava tutti i giorni, noi bambini insieme alle galline giocavamo rincorrendoci, tra questi corridoi di lenzuole stesi che profumavano di pulito i grandi strillavano minacciandoci...se non la smettete niente pizza Nel freddo inverno lo scenario di questo cortile cambiava, i colori sparivano e ogni porta si chiudeva e dietro ad ogni porta chiu sa sempre si ricamava un corredo, perchè sempre nel maggio prossimo c'erano ragazze che si sarebbero sposate All'epoca, il corredo era importante, la qualità doveva essere buona, anche perchè doveva durare tutta la vita.La parola usa e getta, appartiene all'epoca del consumismo.
Le nonne con le vicine di casa nel lungo e freddo inverno sedevano accanto al fuoco del focolare e raccontavano di tutto e di più e noi bambini ascoltavamo, ogni tanto, se stavamo buoni ci davano delle patate,cotte sotto la cenere del caminetto o una fetta di pane con l'olio, spolverata di zucchero e quella era la cena,se si era fortunati. In questa stagione non soltanto il cortile dove abitava la nonna andava in letargo, ma tutto il paese, per la semplice ragione che in questo paesino quasi tutti vivevano di agricoltura e quando la terra riposa anche il contadino riposa, anche se si parlava sempre della prossima semina Come ogni teatro alla fine della sua rappresentazione tira giu il sipario, anche il cortile di mia nonna d'inverno abbassava il suo, dietro al quale, dormivano terra, uomini e animali.
Prossimo a Natale arrivavano i zampognari con la loro musica Natalizia riempivano il paese di allegria e speranze.
I bambini del paese trovavano un nuovo gioco seguivono ovunque i zampognari , era una festa solo io mancavo, le vacanze estive per me finivano l'ultimo giorno di Settembre, dovevo rientrare in collegio...che tristezza
Conservavo caramente tutto quello che i miei occhi di bambina avevano visto sotto il sole dell'estate e di sera nel mio lettino da sola mi raccontavo la favola della vita...e mi addormentavo in compagnia del grano, dei pomodori, della canapa, del profumo di bucato, del pane e delle pizze, profumi antichi che ancora oggi mi accarezzano il cuore.Nel frattempo, tra profumi e ricordi contavo i giorni che mi separavano dalle vacanze Natalizie
Unico comandante di questo meraviglioso quartier generale, era il cuore e il cuore non è mai analfabeta, anche se conosce solo cinque lettere .A-M-O-R-E..... Non è molto difficile impararle, credetemi, ma bisogna crederci e metterle sopratutto in pratica, poi, il resto viene da se...
Arrivederci alla prossima favola di rosy bambina...Le foto che vedete sono della passeggiata di ieri pomeriggio con mia figlia Laura e i miei dolci nipotini . Insieme a loro, racconto il favoloso gemellaggio della bambina di ieri e la donna di oggi ... anche rosy, come i suoi paesani dopo anni fa il suo raccolto....visto che siete stati bravi, invece delle patate e del pane con olio e zucchero, nell'attesa gustate questa bella frutta zuccherata.
In questo bar si conclude la passeggiata in compagnia di una bella tazza di cioccolata calda. Marietto scelse anche la fettina d'anguria e Claudia le ciliegine. Ho camminato tanto nella vita e la bambina è cresciuta, ma mai ha dimenticato il suo primo libro di favola, sfogliato e letto tra le strade del suo piccolissimo paesello, l'ho letto usando solo le cinque lettere del cuore. A-M-O-R-E
Nel dolce panorama di rosy donna, è entrato un'altro mondo...quello bellissimo dell'arte "Soloimmagini" ha dedicato nel Santo Natale un post alle tante pittrici dimenticate. Il post si chiude con la bellissima poesia della cara amica Annarita Ruberto.
L'entrata al museo e gratis.
Oggi da me piove e tira vento... leggere il tuo post e sentire questa musica mi riscalda il cuore, credimi. Grazie Rosy.
RispondiEliminaHai una bella famiglia pure!
Ora è bello ricordare il passato, ma allora eravamo veramente felici?
RispondiEliminaAngelo, anche da noi piove da stamattina.
RispondiEliminaMi fa piacere che questo mio post e la musica ti hanno scaldato il cuore
ti bacio.
Stella cara, i miei ricordi sono quelli di una bambina di 7 8 anni
RispondiEliminaa questa età non si capisce ancora nulla.
Quello che so di preciso che mi piaceva osservare il piccolo mondo che mi circondava e credo, che in quel momento, parlando di me forse, forse ero felice e non lo sapevo.
Un bacio.
Anziché leggere questo post mi sono immaginato di sentire la tua voce mentre lo racconti, anzi la racconti. Sì perché questa è una favola meravigliosamente vera.
RispondiEliminaps.Quando eravamo piccoli noi quattro fratelli avevamo in premio patate cotte sotto la cenere di un fornello a carbone in via della polveriera.
Riesci ad immaginare che cosa mi hai fatto provare?
Aldo caro, i nostri ricordi si somigliano tanto
RispondiEliminae la cosa bella che siamo legati a loro e a distanza di anni, ci arrivano al cuore con tutta la loro bellezza, belli perchè fanno parte di noi..di noi e di quanto eravamo bambini e tante domande il bambino non se le pone.
Un bacione
Hai ragione, Rosy! Il bambino non si pone tante domande: è felice o non lo è, semplicemente. E nel tuo racconto rivive la bambina che è in te. E' lei che parla e racconta attraverso le maglie della tua narrazione. Forse dovremmo dare più ascolto al bambino che c'è in noi, tralasciando le sovrastrutture dell'adulto. Tutto acquisterebbe una dimensione più vera e vivibile perché i bambini sono sinceri e portati naturalmente verso il VERO, il BUONO, il GIUSTO.
RispondiEliminaUn racconto coinvolgente, all'impronta del sentimento, cara Rosy. Hai una famiglia stupenda. Dai un bacino ai bimbi e un abbraccio a Laura.
Il tuo post dedicato alle pittrici "dimenticate" è meraviglioso ed io ti ringrazio di averlo chiuso con una mia poesia.
Con affetto
annarita
Annarita, fino a 10 anni, il bambino vive e vede ma non capisce nulla.
RispondiEliminaGuarda tutto ma non ne afferra il significato, l'innocenza ancora non è intaccata dal mondo degli adulti, la valutazione del tutto viene dopo...ma amo tutto della mia vita, gioie e dolori, perchè
tutte e due mi parlano di me
e della mia vita.
Ringrazio il cielo che mi ha dato la grande voglia di guardare sempre avanti, senza mai però dimenticare il passato, anche, se confesso, che sono maturata con lentezza,son diventata donna piano, piano ma solo perchè avevo bisogno di capire tutto e per capire ci vuole tempo...(e non ho capito ancora nulla)
ma non ho mai dimenticato la bambina che ero, spensierata e sempre sorridente, guardavo il mondo incantata, ancora e cosi
Porterò i tuoi bacini ai bambini e l'abbraccio a Laura.
La tua poesia è stupenda, più la leggo e più mi si allargano i pensieri...sono io che ringrazio te e anche solimmagini ti ringrazia.
Un bacione grande.
Eccomi qua!
RispondiEliminaHo letto tutto d'un fiato, ho assaporato una buonissima patata cotta sotto la cenere, gnam gnam, e una morbidissima fetta di pane-olio-zucchero, buono!
La felicità è anche questo, credo. A me, da piccola e da grande, basta una fetta di pane buono per sentirmi felice.
Mi rimette in pace col mondo!
E basta.
Cara Rosy, un baciotto a Marietto e Claudietta, un bacione a Laura e un bacionissimo a te.
Domani è domenica, finalmente mi riposo, sono molto stanca e ho voglia di riposare, di dormire fino a tardi e disegnare un po'.
Ogni caso è a sé.
RispondiEliminaQuando già da bambina si perde la mamma, all'improvviso non si è più bambini, si cresce di colpo...
janas, cara Follettina riposati e fatti una bella dormita e poi prendi una bella matita magica disegna tutti i tuoi sogni, vedrai che si realizeranno tutti.
RispondiEliminaUn bacione...qunt'è che vieni?
Cara Stellina, hai ragione, perdere la mamma è molto triste
RispondiEliminae perderla da bambina è un dolore immenso, un dolore troppo grande per una bambina, un dolore che lascia nel cuore una ferita che nessun tempo potrà mai lenire.
Ti abbraccio affettuosamente
Ti augur una Buona Domenica.
Piccolo grande mondo della nostra infanzia,cara Rosy.Un mondo che allora accomunava buona parte di questo nostro paese,perchè si usciva dalla stessa crisi,conoscevamo solo i bisogni primari, ogni altro "di più" era un regalo una sorpresa un dono magico.
RispondiEliminaSiamo arrivati a vedere anche altro,per fortuna, ma i nostri ricordi hanno il sapore di cose buone,di pane caldo,di zucchero filato,sono ancora piacevoli e freschi ..di bucato!
Grazie per questo bellissimo post
RispondiEliminasono passata per darti un abbraccio.
RispondiEliminaAntonella un grazie e un bacio
RispondiEliminaJanas ricambio l'abbraccio...ma quant'è che vieni
Un bacione
Rosy cara, mi sono goduta il tuo racconto oggi giorno dell'Immacolata come un anticipo di Natale, le tue parole mi hanno portato visivamente dentro un mondo rendendomi così spettatrice di atmosfere, cariche si di semplicità e di fatica ma semplici e con sentimenti veri. Di tutto traspare che la solidarietà non è una parola vuota: il dividere la fatica è stato soppiantato dalle donazioni che seppure utili, ci scaricano la coscienza facendoci sentire in pace con il mondo.
RispondiEliminaForse ci vorrebbe più divisione e condivisione reale, anche nelle piccole realtà di vicinato o di condominio.
Metto anche questo tuo post in condivisione, mi piacerebbe lo leggessero in tanti.
Un bacio
Rosalba
Rosalba cara, tutto vero quello che dici
RispondiEliminala condivisione oggi se c'è non è quella del cuore o è minima
Persone buone ci sono ancora, ma sono guardate come alieni.
Voglio dirti una cosa, tra la gente del mio paese e il collegio si è radicato in me il sentimento della solidarietà, anche, perchè vivendo in collegio questa era necessaria e oggi fa parte di me, ma mi rendo anche conto che non sempre gli altri sono pronti ad accettare, perchè la vita ha indurito i cuori.
Comunque sia io non cambio, mi sento cosi in pace con me stessa.
Grazie per la condivisione
Ti abbraccio e ti auguro di passare una santa giornata.