Fiori preferiti di mamma. |
Mia madre non riusciva a dire ciao e diceva ciave. I miei figli compresa me spiegavamo a mamma che si diceva ciao, lei ci provava pure ma alla fine ridendo diceva sempre ciave.
Capimmo che era più facile per noi adottare il suo ciave con lei.
Gli anni sono passati mamma non c'è più i nipoti si son fatti grandi e qui viene l'emozione e la sorpresa...gli amici di mio figlio tra loro si salutano non più con ciao ma con ciave...sentendolo rimasi sorpresa e la ragazza mi disse...che oramai tra loro è diventato una moda.
Mia madre senza volere senza studi ne cultura ha lasciato dietro di se un qualcosa non di importante, ma di affetto e di amore, se oggi i nipoti hanno saputo conservare della loro nonna una piccola e semplice parola e trasmetterla ad altri..
In questo piccolo ciave, oggi diffuso tra i ragazzi si raccoglie l'affetto dei nipoti che cercano di tenere in vita l'amore che avevano per la loro nonna.
Personalmente mi son sentita orgogliosa di mia madre, anche lei nel suo piccolo ha lasciato dietro di se un grande ricordo d'amore nei cuori dei suoi nipoti.
Ciave a tutti!
Elisabetta Aprileo :-) il ciave è internazionale ^_^
Ciave, cara Rosy!
RispondiEliminaLara
Cara Rosy anche il ciave sicuramente viene dal cuore, ciao e buona giornata cara amica un abbraccio.
RispondiEliminaTomaso
CIAVE anche a te cara Rosy e grazie per il bellissimo ricordo che ci hai fatto cooscere.
RispondiEliminaUn abbraccione,
aldo.
Rosy,copio Aldo e ti dò il mio Ciave-Bella la storia che racconti.Le piccole, per molti anche insignificanti,storie hanno creato il tessuto sociale ,la civiltà di un popolo.Quante parole,espressioni,perse,ritrovate,in disuso e poi rispolverate,e succede fra noi ,gente comune,più che ai piani alti...
RispondiEliminaUn abbraccio e buoni giorni.
Ciave, Rosy!
RispondiEliminaCiave, Rosy!
RispondiElimina... lo scritto è di R.L. tra l'altro a Napoli ha mangiato la pizza con Gabriellina Rirì ed io :-)
Un abbraccio a tutti
UN CIAVE anche da parte mia .
RispondiEliminaUn bacione Lina
mi hai fatto commuovere,i miei figli chiamano il ragù della nonna quello che cucinano,perchè hanno imparato da lei,un bacio
RispondiEliminaCiave, mia cara. Ciave di cuore e con tutta l'emozione nche mi hai dato.
RispondiEliminaSai Rosy a pensarci bene la tua Mamma non sbagliava a dire "ciave" quando salutava qualcuno. A mio parere lei aveva sapientemente unito il "ciao" di attualità con "ave" di "Ave Cesare" che si usava nell'antica Roma.
RispondiEliminaE quind, CIAVE,
aldo.
Ciave cara, il correttore di google me l dà come errore, ma non capisce il sistema che ci sono parole che nascono dall'anima e non si possono tradurre?:-) E' bello che i ragazzi abbiano adottato questo saluto:-) Un bacio e buona giornata.
RispondiEliminaA volte una parola ricorda più di ogni altra cosa una persona cara.
RispondiEliminaI sentimenti ed i valori, oltretutto,non si imparano negli anni,forse inutili,della scuola.
Ciao Rosy, che bel ricordo, e che tenerezza l'amore che i tuoi figli hanno nutrito per la loro nonna.
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso con noi questo piccolo tuo tesoro.
Allora ciave bella Rosy e buon fine settimana.
Ciave amica mia, un abbraccio ed un buon fine settimana, a presto!!
RispondiEliminaNon ha importanza come si dice o come si scriva, l'importante è che parta sempre dal cuore...
RispondiEliminaCiave Rosy, un abbraccio e sereno fine settimana!
Cara Rosaria, CIAVE da parte mia. Tua madre non era tanto lontana da un passato romano nel salutare con la parola "ciave", ma anche dai tempi più recenti del popolo veneziano.
RispondiEliminaNell'antica Roma, quando ci si incontrava per strada, per salutare un conoscente ci si limitava ad un semplice salve oppure (h)ave, seguiti o meno dal nome della persona in questione. La risposta era ovviamente "salve (ave) et tu" ovvero, "salute anche a te!" Vedi: qui
Figure "moderne", quali "buon giorno", "buona sera", ecc., si riconducono alla medesima struttura augurale-transitiva, e così pure quelle implicanti la sottomissione del profferente, per esempio il diffusissimo "ciao" [dal veneziano "chiavo"= (suo) schiavo] che appunto implica la sottomissione; e così pure il "saluto militare" che è una gestualità di obbedienza incondizionata nei riguardi della prevalenza (da pre - vàleo) del Superiore; lo stesso si ha nel salutare togliendosi il cappello (gesto di sottomissione), ecc.
È peraltro da osservare che la rimozione al di fuori dell’ambito della coscienza dell’originale intenzionalità magica del saluto "occidentale" lo trasforma nell’espressione di un desiderio (= che Tu stia bene).
Con ciò la forma augurale "precettiva" (= forma verbale all’imperativo 2a persona) si traduce in un atto di "rispetto" nei riguardi dell’Altro.
Sotto al velo della parola antica alberga cioè l’ossequio nei confronti dell’Altro.
E poi l'Ave della preghiera alla Madonna, è il "saluto" più celebre in assoluto che si riferisce a quello rivolto alla Vergine dall’Angelo inviatoLe da Dio.
Vedi: qui
Oppure vedi: qui
Hai ragione di avere tanto rispetto per tua madre e bene hanno fatto tuo figlio e i suoi amici a salutarsi con "ciave" facendola diventare una moda. Ben venga allora la diffusione di ciave loro tramite.
Abbracci, Gaetano
Non posso non salutarti in quel modo: Ciave Rosy :)!!!!!!
RispondiEliminaScusate se non rispondo singolarmente e che dopo due giorni con i nipotini mi hanno distrutta!
RispondiEliminaPer due giorni sveglia alle sei del mattino, passeggiata, sosta al bar per la colazione poi a casa e fino alla sera sempre a giocare con loro.
Stanca ma felice di vederli felici.
Ciave a tutti! con un grazie di cuore.
Buon fine di settimana da Rosaria, in'arte rosy.
Che bello, Rosaria, e originale! E' commovente e coinvolgente tutto ciò.
RispondiEliminaCiave con affetto.
Annarita
Ciave e bacione a te mia cara Annarita.
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