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venerdì 25 febbraio 2011

Ogni promessa è un debito- 2


La finestra al primo piano apparteneva all'infermeria della prima camerata,  dove stavo io.

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Rientrai in collegio alla fine di ottobre tra la gioia delle amiche che  vollero sapere tutto e  le accontentai.
Le suore che sono perfettine mi fecero recuperare i giorni di scuola  perduti. Nel nostro istituto si faceva  tempo pieno e  ogni giorno uscivo un’ora dopo dall’aula  insieme alla suora che mi faceva  recuperare  i giorni scolastici perduti. Non saprei dire quanti giorni passarono dal  giorno del mio rientro.
Ogni mattina la nostra sveglia suonava alle sei.
 La suora passava  tra le camerate con una campanella che suonava continuamente, gridando. 
 Sveglia  ragazze, buongiorno!  Sbrigatevi.
 Dio! come odiavamo quella voce e quella campanella, sembrava un disco incagliato. Non contenta  si fermava  vicino ad ogni finestrone della camerata aprendo le imposte e spalancando le finestre anche in pieno inverno. In una di queste mattine nell’alzarmi senti una fitta dolorosa  all’inguine, conoscevo quella fitta, era lei,  la stessa che sentivo ogni volta che mi usciva un brufolo. Il cuore incominciò a battermi dalla paura ma mi feci forza,  mi convinsi che la mia era solo una  brutta impressione.
Nell’ora della ricreazione tentai di giocare ma non ce la facevo. La sera nel letto  controllai e vidi un grosso brufolo era  enorme.
La mattina dopo  mi alzai vado per camminare ma  il piede destro era  bloccato  a terra da un forte dolore.
Mi sedetti sul letto. La suora dopo aver visto,  mi lasciò a letto.
Dopo due giorni la situazione peggiorava,  verso mezzogiorno del terzo giorno arrivò il dottore. Dopo avermi visitata mi fece trasportare in’infermeria la gamba interessata  non potevo più muoverla dal dolore. 
 Il brufolo diventava sempre più grande, ma  più che un brufolo sembrava  un piccolo mandarino. Rimasi in’infermeria, visto l’impossibilità di muovermi mi fu messo accanto una ragazza  - Anna Dello Stritto- Avevamo la stessa età e frequentavamo lo stesso anno di scuola, sedevamo allo stesso banco.
Anna mi doveva aiutare in tutto, rifarmi il letto, aiutarmi a mangiare insomma, diventò la mia badante. La mattina lei andava a scuola ma c’era sempre qualche suora che veniva a trovarmi e il medico veniva a giorni alterni. Fino a quando vedendo che questa cosa non si risolveva con le pomate,  una mattina  il dottore cambiò terapia.
Iniziò a lavare la parte ammalata  con acqua bollita, poi  con una siringa mi tirava il pus, e sempre con una siringa mi iniettava nel brufolo la penicillina. Le suore erano tutte indaffarate intorno a me, devo dire la verità  furono bravissime con me sembravano tante  mamme. Quando veniva il medico venivano sempre quattro suore,   chi portava l’acqua  bollita dalla cucina, chi mi prendeva in braccio, mentre il dottore interveniva, chi mi distraeva, chi mi portava la caramella.  In vita mia non avevo mai avuto tanto affetto tutto insieme.  Confesso, che cominciai a prenderci gusto, la faccenda mi piaceva. Ero coccolata da tutte le suore,  anche dalla madre superiora, anche lei ogni tanto passava a trovarmi e mi portava sempre l’uovo fresco e voleva che lo bevessi davanti a lei.
Anna era la più felice di tutte, da quando era diventata la mia badante fissa si sparava la posa, e si credeva importante.
Anche lei mi coccolava e non si stancava mai delle mie pretese, ma in cambio non si alzava più alle sei  del mattino e non andava a messa. Una ragazza alle sette e mezzo portava la colazione a tutte e due. Anna prima di andare a scuola mi rifaceva il letto, mi aiutava a lavarmi e ritornava nel pomeriggio dopo la scuola, mi portava i compiti della lezione della  giornata. Il resto del pomeriggio non facevo che chiedere ad Anna di raccontarmi una favola, me la raccontava ma il repertorio poi  finì e mi disse che non ne sapeva più. Io mi divertivo, così un giorno le dissi. 
-Visto che non sai più favole dico alle suore di cambiarmi ragazza- 
Anna mi supplicò di non farlo, mi disse che sapeva altre favole.
Iniziò ad inventarsi favole e ogni tanto  si bloccava,  non sapeva più cosa dire, ma io mi addormentavo sulla sua voce.  La febbre era sempre costante, minimo 38, in quel letto diventavo sempre più magra, anche se il dottore mi dava sempre ricostituenti.
A giorni alterni subivo sempre la stessa cosa veniva il medico tirava il pus e mi iniettava la penicillina. Fu in quel letto che iniziai a scrivere dei bellissimi temi. Quando stavo sola per compagnia avevo uno spicchio di cielo, qualche uccellino e un grosso albero e  presi l’abitudine di parlare  con lui. Vedevo che  ogni giorno l’albero perdeva sempre il suo verde colore,  le sue foglie gialle volteggiavano  nell’aria prima di cadere, i miei occhi le seguivano.
Un giorno mi immaginai di essere una foglia,  di danzare anche io nell’aria con loro. Fu in  quella solitudine, con la debolezza fisica, che forse per la prima volta sfiorai  il mio spirito, ma senza ancora capire nulla. Anna un giorno portandomi i compiti entrò in infermeria gridando-  Rosaria il tuo tema, quello che hai scritto ieri è stato letto dalla suora ad alta voce in classe,  poi l’ha portato in segreteria dalla madre superiora,  il tuo tema è stato attaccato al muro. Non ci volevo credere, ma poi non me ne fregavo, volevo stare bene era dal mese di luglio che stavo male. Smisi di chiedere ad Anna di raccontarmi le favole,  fu lei poi a cominciare a chiedermi di aiutarla nei compiti,  sognava di scrivere un bel tema e scrivevo tema  per lei e per me. Dall’infermeria mi giungevano le voci delle ragazze che giocavano giù in cortile. Mentre io stavo in quel letto, non sapevo più da quanto. Le ragazze, anche loro venivano a trovarmi,  mi portavano la loro frutta, ma io non mangiavo la mia, la mia la mangiava Anna, veramente si mangiava tutto, il suo e il mio.
Devo dire che volevo chiudere questo mio racconto  con questa parte, ma tante cose  scrivendo mi sfilano davanti agli occhi, cose che credevo dimenticate.
Non ce la facevo neppure a muovere la testa dal cuscino, guardavo sempre l’albero e parlavo con lui, I compiti non ce la facevo più a farli  ma non piangevo. Avevo un pensiero fisso che mi dava tanto dolore. Come è finita sta faccenda la racconterò alla prossima.
Credetemi, la mia non è una stupida mossa NO, non sono il tipo,  mi devo fermare. La chiusura sarà brevissima promesso!  saprete solo il finale. Vi abbraccio. Ciao a tutti e grazie per la vostra  pazienza.

16 commenti:

  1. Ho letto sia la prima che la seconda parte...è incredibile quel che ti è accaduto.

    Ma dico, possibile che non riuscissero a curarti come si deve? Tanti mesi a letto a lasciarti debilitare in quel modo...

    E' invidiabile la pazienza e la forza di carattere dimostrate, rosariella. Posso solo immaginare quel che hai passato e i sentimenti che hanno accompagnato quel calvario.
    Una bambina in preda ad una sofferenza lunga e debilitante...

    Un caro abbraccio.

    annarita

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  2. Cara Rosy,
    così piccola...quanta sofferenza... fisica e psicologica.
    Mi immagino le tue lunghissime, interminabili giornate...sempre in quel letto... rinunciando a tante cose...
    Ma effettivamente,possibile che non ci fosse una cura più valida.
    Grazie per questo pezzo di vita, ora ti conosco sempre meglio e mi rendo conto di che gran bella persona sei
    Un bacio con lo schiocco.
    Felice notte

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  3. Sembra assurdo che tu abbia dovuto sopportare tutta quella sofferenza, e che nessuno riuscisse a trovare un rimedio più veloce: povera bimba! è dolcissimo il tuo racconto.. e ora aspetto la fine. Bacio

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  4. Rosy, come ti ho scritto nel commento al post precedente, l'importante ora è poter raccontare questa disavventura.
    Io so bene come sei, e so che per essere la donna speciale che sei.... prima ancora sei stata una bambina speciale.
    Bacio bacio

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  5. Ciao Rosy cosa dirti di più...sei una donna da ammirare! un abbraccio

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  6. Cara Roellina, se non ti "conoscessi"mi sembrerebbe un racconto scritto con fantasia, un pò noir, da seguire con tenerezza e facendo il tifo per l'eroina..Poi mi sono soffermata a pensarti e credimi non riesco ad esprimermi con parole semplici, ma deve essere stato uno dei momenti più brutti della tua fanciullezza..parlarne è liberatorio, può farti bene...Un abbraccio

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  7. Annarita, nel tempo crescendo le tue e le perplessità di tutte voi
    divennero anche mie.
    Ma sono arrivata a una mia conclusione.
    La mia forse non era pazienza ma debolezza fisica e mettici che ero una bambina e non potevo avere pensieri più grandi di me.
    Quel periodo forse ha lasciato la sua scia dentro di me scia che mi ha fatto sempre volteggiare nell'aria come le foglie dell'albero.
    Un bacione.

    Cizin, la sofferenza di una bambina è sempre accompagnata da un po' di incoscienza e questo è un bene che solo la tenera età ci dona.
    Di quel periodo vissuto così strano sulla mia pelle mi fa pensare che l'ignoranza medica all'epoca ne era tanta. Per questo adoro la ricerca medica grazie a loro la vita dell'uomo è migliorata, oggi sarebbe assurdo che accadesse una cosa del genere.
    Ma io ti parlo di quando il farmacista e il medico condotto di un paesino erano gli unici a curarci.
    Lo stesso medico che mi curò in collegio era lo stesso medico che mi curò a casa e conosceva bene la mia storia.
    Un bacione, ciao cizin.


    Paola, lo so che è assurdo ma è la realtà, purtroppo! Ma da questa assurdità ne uscì debilitata nel corpo ma fortificata interiormente
    Durante tutto questo tempo la mia piccola anima si avventurò in altri percorsi e quell'albero non l'ho più dimenticato.
    Un bacione Ciao.


    Follettina l'importante che si racconta, dici bene, ma questi scogli superati ci aiutano a diventare più atletici. Nella palestra della vita,
    un solo muscolo si rafforza Il cuore.
    In fondo, è il solo che conta. bacio bacio

    Gabe, secondo me ogni essere umano è da ammirare tutti abbiamo le nostre lotte e tutti le affrontiamo.Amo molto l'umanità, l'essere umano è il libro più bello da leggere. Siamo tutti meravigliosi!
    Ti abbraccio. Ciao.


    Riri, non nego che la mia fantasia è tanta e devo a lei se nella vita ho saputo volare e dall'alto ogni cosa mi appare minuscola, piccola e irrisoria.
    Ma questo non è un racconto di fantasia, la fantasia me la regalò la furoncolosi a lei devo dire grazie. La sua sofferenza fisica non la ricordo più anche se sul corpo mi sono rimaste piccole e invisibile traccie bianche e rotonde come segno
    si notano solo quando mi abbronzo
    e loro no restano sempre bianche e se qualcuno ci fa caso e mi chiede che sono quei puntini bianchi? Rispondo che sono stelline che il cielo mi ha regalato per ricordarmi che fu in quel letto anche se confusamente ebbi il primo incontro con la mia piccola anima e d'allora che insieme a lei ho sempre volato..
    Un bacione, ciao

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  8. Attendo il finale di quanto da te vissuto dolorosamente ma anche gioiosamente in così giovane età.
    Sei una narratrice che attiri tutto l'interesse del prossimo.

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  9. Alduccio, qui l'unico vero narratore sei tu.
    Adoro i tuoi post mi fanno sognare momenti e situazioni non mie ma che diventano in parte anche mie e poi mi porti a spasso per Roma.

    Vengo spesso a Roma ma non vado mai a spasso.
    Lunedì mattina alle 11 sarò a Roma
    ci sentiremo per telefono.
    Ciao.

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  10. X RIRI.
    Cara Riri il fatto che Rosy ha raccontato nel post e tutto vero .
    A me lo raccontò quarant'anni fa, e proprio giorni fa mi ha mostrato le macchie bianche per tutto il corpo , mai mostrato prima .
    Rosaria è sempre stata di carattere forte sin da bambina , Tutto quello che racconta di se è pura verità , se non conoscessi tutti di lei mi sembrerebbe la favola di cenerentola .
    E una donna molto in gamba tanto e vero che se ho un problema fisico prima di andare da mio genero che è medico telefono a lei , devo dire che mi fido molto e non mi ha mai delusa ...Grazie cara cognatina .

    Rosaria visto che ieri sono stata tutto il pomeriggio con te , allora che dici? ci vediamo martedì pomeriggio? Speriamo che stavolta da Roma torni più contenta... Non so dirti altro.
    Ti abbraccio con l'affetto di sempre Lina

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  11. Lina, grazie.
    Ma non esagerare
    che se ti sente tuo genero.
    Ho sempre amato la medicina e a tante cose ci arrivo da sola e mi è andata sempre bene e pare che neppure con te ho sbagliato mai una diagnosi.
    Mettiamola sul ridere.

    Adesso cara Lina,
    non posso fare nulla mi resta una sola cosa da fare e quella di non arrendermi e continuare non tanto a sperare ma a non lasciarmi andare, solo per non perdere la gioia del mio cuore, questa sarebbe ancora più grave per me e sarei la prima ad odiarmi.
    La debolezza è un bene che non mi appartiene e non voglio che mi appartenga.
    La vita, non è facile per nessuno e solo nell'unirci che possiamo sperare
    in un po' di bene.

    Andrò a Roma, ritornerò ma tu sai che non mi illudo non sono una stupida.
    Rincorrere i sogni è importante e necessario per me come il respirare
    Ma l'illusione è una una cattiva compagna.

    Ci vediamo martedi nel secondo pomeriggio.

    Poi ci sentiremo per telefono.
    Un bacione a te e Mimmo.
    Grattatina a chicca.

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  12. Cara Rosy, é un racconto che mi inchiodava al computer. Sei stata fortissima anche da fanciulla. Tutta questa storia dovrebbe essere edita in un libro. Ognuno di noi ha o aveva delle croci pesanti nella vita. Le tue mi sembrano quasi insopportabili per una ragazzina.
    Un caro saluto e baci

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  13. Cara Caterina, come dicevo a cinzin queste cose vissute da bambina hanno un altro significato si soffre, si ha paura, si teme ma poi nello stesso momento pare che la cosa non è nostra.
    L'animo dei bambini si fa poche domande e ha fiducia negli adulti e questo rende le cose più serene

    Viceversa da grande quando il pensiero è più maturo allora si che tutto diventa meno controllabile e più pauroso.
    Non so se mi sono spiegata bene.
    Adesso posto la terza parte.

    Un bacio ciao.

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  14. Cara Rosy,
    ho letto un pò tutti i commenti, mi è sembrato di stare seduta su un divano fra vecchi amici e per "vecchi" intendo da tempo...
    Il tuo calore, la tua verve, la tua saggezza e la tua forza di carattere ci ha unito tutti intorno a te simpaticamente.
    So che il passato lo hai metabolizzato e ti ha resa bella e forte e che nulla, e lo sottolineo, ti potrà cambiare perchè hai una dote particolare...
    (te lo dico alla prossima puntata)
    Un bacio

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  15. Cizin, sono molto curiosa
    di conoscere la dote a cui alludi
    e fa attenzione a quello che dici :-)

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