Avevo promesso di raccontare i miei tre mesi a letto nell'infermeria del collegio. Avevo forse otto anni, frequentavo la terza elementare o nove? Non ricordo bene. Comunque non è questo che conta, anno più, anno meno, sempre una bambina ero. A luglio si andava a casa per le vacanze estive. La prima cosa che feci tornando a casa, presi la bici di mio fratello per correre dalla nonna. Sotto il sole di luglio e con i tre mesi di vacanze tutti da vivere, chi era più felice di me? Nessuno.
Correvo sulla bici felice, finalmente libera! Questa gioia fu travolta da un ragazzo, che uscendo a tutta corsa da un cortile con la sua bici mi venne addosso, finimmo a terra tutti e quattro, noi due e le due bici.
Nella caduta chi ebbe la peggio? Io. (E ti pareva) Finì lunga distesa a terra, addosso a me le due bici e il ragazzo.
Ci alzammo da terra, ci riprendemmo le nostre bici, all’apparenza non era successo nulla e così sia il ragazzo che io riprendemmo la nostra corsa verso le rispettive mete.
Arrivai dalla nonna, la salutai, mi aspettava, sapeva che quel giorno sarei uscita dal collegio.
Ma poi piano piano, mi iniziò un sottile doloretto al gomito del braccio sinistro.
Il dolore aumentava sempre di più, la nonna mi chiese cosa avessi, niente, risposi.
Tornai a casa, trovai mio fratello, gli raccontai quello che mi era accaduto e mi feci promettere da lui che non avesse detto nulla a nostra madre.
Lei mi aveva ordinato di non prendere la bici.
Il braccio ormai non potevo più muoverlo, mi faceva sempre più male. Il giorno dopo mia madre se ne accorse e mi portò dal medico.
Il gomito non era gonfio, dunque, niente fratture, era solo una contusione, che se ne sarebbe andata da sola. Così fu.
Dopo una quindicina di giorni, stavo dalla nonna, fu lei a notare che intorno al gomito del braccio sinistro, quello che mi faceva male dopo la caduta, c’erano tanti foruncoli sotto pelle
Ritornammo dal medico del paese, mi diede una pomata, l'ittiolo, di questa pomata ricordo il suo strano odore che non mi piaceva e poi era vischioso e scuro.
Dopo una decina di giorni il mio corpo era coperto di foruncoli giganteschi e non potevo muovermi, ne stare seduta, ne stare a letto e ne stare all’impiedi. Una vera tragedia.
Il medico diceva di mettere sempre questa pomata ma i foruncoli diventavano sempre di più, e sempre più grandi, e non si aprivano mai. Finì di stare a letto con febbre costante.
Dovevo fare una iniezione al giorno, ma ogni giorno era una tragedia, mi dovevano mantenere tre persone, gridavo come una matta come vedevo la signora che veniva a farmi l'iniezione
Una volta, con tutto che mi mantenevano, talmente mi indurì, che l’ago della siringa si spezzò.
Dopo un po’ senti la signora delle siringhe che gridava a mia madre.
-Io non le faccio più le siringhe a tua figlia, se non ero brava e svelta a sfilare la metà dell’ago rotto avrei passato un guaio. Tua figlia è impossibile.-
Veramente non mi ricordo se continuò a venire o meno, mi aggravai, ormai non avevo più forze
Non so perché i medici dicevano di farmi bere il latte di capra, che di nascosto buttavo, faceva schifo, era brutto di sapore, e poi era curioso come colore, quasi trasparente.
I medici dissero che tutto questo mi era stato procurato dalla caduta dalla bici, il sangue si era infettato.
Iniziarono a farmi il vaccino e fu con queste punture di vaccino che persi le forze completamente. Ogni iniezione di vaccino che facevo, dopo un po' si alzava la febbre fino a quaranta.
Una mattina mi svegliai, mi guardai tutti questi foruncoli e chiesi a mia madre se mi dava una bacinella con l’acqua e un po’ di ovatta, non avevo idea di quello che volevo fare.
- Che vuoi fare?- mi chiese mia madre.
- Non lo so ancora- risposi.
Avuto tutto l’occorrente, mi sedetti in mezzo al letto, vietando a mia madre di non toccarmi, per nessun motivo, che avrei fatto tutto da sola.
Adocchiai un primo foruncolo che era grande come una ciliegia anche dello stesso colore. Inizio a premere piano intorno al foruncolo, ma non succedeva nulla, ma non mi arrendevo, premevo sempre più forte, finalmente, ecco apparire un buchetto al centro, continuai a premere, il buchetto divenne un buco dal quale iniziò ad uscire sangue e pus, allora lasciai, quando sparì tutto.
- Mia madre mi guardava a bocca aperta , era felice e mi diceva brava.
Il primo foruncolo non c’era più.
Io ero più felice di mia madre, trovato il sistema, con molta calma e pazienza e con un piacere quasi sadico li distrussi tutti, a uno a uno.
Dove i miei occhi non arrivavano mi aiutavo con lo specchio, ma dovevo fare sempre tutto da sola, nessuno mi doveva toccare. Era una foruncolosi, che mi tenne a letto per quasi i tre mesi estivi di vacanza. Con il mio sistema di -spremitura- riusci a stare meglio, la febbre sparì e con lei i foruncoli.
Il rientro in collegio era per il primo ottobre, ma ero ancora debilitata, con il permesso della madre superiora, rientrai alla fine di ottobre. Ero magrissima ma guarita.
Così sembrava, ma non era così.
No no, no, no, proprio no. I tre mesi estivi di vacanza, erano stati solo l'inizio della grande avventura.
Memories
Ciao cara, ti leggo con tanta interesse. É una storia molto dura. Sei stata fortissima. Aspetto molto il seguito.
RispondiEliminaDa bambina anch'io amavo la bici:))
Un caro saluto e baci
Cara Rosy,
RispondiEliminache periodo doloroso...povera piccola.
Sai che un brufolo come il tuo mi venne sul polso...era enorme zeppo di pus e sangue e una volta svuotato rimase una specie di buco per un bel pò.
Pensa te con tanti brufoli così per il corpo...mi vengono i brividi a pensarci.
Sei stata molto coraggiosa.
Ora, però, aspetto il seguito.
Un bacio
Cara Rosy, che avventura! Anche a me, da piccola follettina, mi è capitato di passare un lunghissimo periodo a letto, molto lungo, a causa di una forma molto violenta di morbillo. Contemporaneamente mi venne anche la rosolia, avevo febbre oltre i 40°, stavo malissimo, svenivo e deliravo. Mi ricordo ancora tutto lucidamente, anche il pronto soccorso.
RispondiEliminaAttendo il seguito del racconto...
Come mi piace quando racconti di te bambina! ora aspetto il continuo della storia... come stai? vorrei tu fossi più serena e tranquilla. per me sono giorni un po' particolari: dormo pochissimo e poi il giorno mi sento un po' stranita..passerà. Ti abbraccio
RispondiEliminaChe storia ...sembra un romanzo.... che forza sei ,è proprio vero che i migliori medici siamo noi .Aspetto con ansia il proseguo ,un bacio !Sandra
RispondiEliminaÈ veramente bello leggere i racconti del passato, cara Rosy quante volte penso alle cose passate, è bello perché vuol dire che ancora ci siamo e possiamo raccontarle.
RispondiEliminaBuon fina settimana cara amica.
Tomaso
Buon dì cara Rosy,
RispondiEliminastamattina ancora vento fortissimo... pensa che ha buttato all'aria una sedia di ferro battuto con braccioli molto pesante che sta vicino al tavolo in giardino.In compenso c'è un sole bellissimo.
Speriamo finisca...non lo sopporto più.
Un bacio
ROSARIA BUON GIORNO.
RispondiEliminaVolevo passare da te per il solito coffè , ma poi ho cambiato idea mi sono lavata i capelli e ora vado dal barbiere di tuo fratello per farmeli tagliare
( come faccio da decenni)
Spero di passare oggi .
Un abbraccio Lina
Ciao Rosellina, adesso non mi resta che aspettare le altre nuove..certo che è stato un brutto rientro a casa..Mi ha fato sorridere la spremitura dei foruncoli...fantasia ed inventiva:-)Un bacio
RispondiEliminaStamattina l'ho trascorsa al mercato, spesa e chiacchiere:-)
Ciao cara ho fatto un piccolo giro nel tuo blog per conoscerti meglio.
RispondiEliminaSei una donna stupenda.
Ti invio un caro saluto e baci
Caterina, grazie delle tue parole.
RispondiEliminaMi ha fatto piacere conoscerti.
Speriamo di conoscerci sempre di più.
Grazie per aver girato tra i miei post
Ciao, cara Caterina. Un bacio.
cizin, anche tu e ne era uno solo, l'ultimo che ebbi fu enorme, e solo lui mi tenne a letto per tanto tempo
immobilizzata nei movimenti e sfinita dalla febbre.
Un bacio a Domani per il caffè.
Follettina è brutto stare a letto ammalate, specie poi quando si è piccole.
Mi dispiace tanto anche per te
Ma ora che lo raccontiamo e anche bello.Nel tempo tutto si ridimensiona.
Un bacione alla piccola follettina ammalata e un bacino alla follettina Artista.
Paola, anche i tuoi racconti di piccola sono cosi belli questi racconti del passato hanno un loro fascino che somiglia alle foto in bianco e nero e le parole che usiamo sono le le sfumature che danno a queste immagini l'antico sapore del passato, ma del passato che ci appartiene.
Cerco di essere serena, questa è un'altra lotta...
Mi dispiace che dormi pochissimo, ma vedrai che con la primavera tutto passerà. Credici, e si avvererà
Un bacio ciao.
Sandra, la vita è il più bel romanzo, solo che lo scriviamo tutti insieme.
Un bacio ciao.
Tomaso, anche i tuoi racconti di vita sono belli uno in particolare mi è rimasto impresso quello dove hai raccontato che tua madre dalla stoffa della cliente, riusci con tanta intelligenza a ricavare il vestitino per la tua prima comunione. Bellissimo!
Ti abbraccio ciao.
Buona notte cicin, da noi il vento si è calmato ma ha fatto freddo anche con il sole.Passerà cizin nella vita tutto passa.
Un bacio.
Lina buonanotte e sogni d'oro
Un bacio ciao il caffè lo prendiamo domani. Ciao.
Riri, che va al al mercato si perde tra chiacchiere e spesa e dimentica il caffè virtuale.
Perdonata bacione ciao.
caterina Grazie sei gentilissime e buona
Anche tu sei una persona che piace.
Ciao bacio.
Ci crederò Rosy : speriamo sia così. Un abbraccio
RispondiEliminaSi Rosy, me ne ricordo ancora bene, hai ragione, poi col tempo tutto si ridimensiona.
RispondiEliminaLa cosa che conta più di tutte è che questa tua brutta disavventura ora è solo un racconto.
Ho letto anche la seconda parte. Ora attenderò buona buona il finale.
Un abbraccio alla mia Rosy
Paola, ci devi credere!
RispondiEliminaTi abbraccio e ti auguro
di farti una bella dormita.
Ti abbraccio e ti canto la ninna nanna
Rosy, abbraccia la sua follettina
RispondiEliminami raccomando le borse, non te scordar di me.
Ciao