Cari ragazzi e cari lettori,
è arrivato il 14 maggio e con esso la 25° edizione del Carnevale della Matematica, che inaugura la sua terza annualità. E' anche il Carnevale di un giorno di mezza primavera che ricorda tanto la mezza estate shakespeareana...anche se non è il sogno di una notte, ma una confortante, seppur virtuale, realtà!Annarita
Il Panorama Artistico Italiano
L'eclettismo in Italia si sviluppa a fine Ottocento e permane fino ai primi decenni del XX secolo.
Palazzi in stile neorinascimentale sorgono nelle maggiori città italiane per ospitare sopratutto banche e residenze borghesi e non mancano sul territorio edifici nei quali il gusto rinascimentale è abbinato all'utilizzo dei nuovi materiali.
Una veduta della Galleria pochi anni dopo l'inaugurazione
Uno degli esempi più interessanti in tal senso è la galleria Vittorio Emanuele II a Milano, progettata nel 1861 da Giuseppe Mengoni.
Si tratta di un organismo a pianta cruciforme costituito da due gallerie coperte da volte a botte in ferro e vetro, al cui incrocio si forma un ottagono sormontato da un'ampia cupola.
L'alto basamento murario delle due gallerie, il cui piano terreno è a a destinazione commerciale, è realizzato in stile neorinascimentale lombardo; un grande arco trionfale collega La piazza del Duomo con lo spazio interno della galleria.
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l'occasione per trasformare il volto della città attraverso nuovi edifici
che traggono ispirazione dall'intero repertorio stilistico del passato e
E' attivo alla fine de XIX secolo Gaetano Koch, autore di numerosi edifici commerciali e residenziali costruiti ispirandosi a uno stile neociquecentesco conforme all'ambiente della città. Tra le sue realizzazioni si ricordano:palazzo Pacelli, il maestoso palazzo Boncompagni ( oggi ambasciata degli Stati Uniti . La sua opera più importante è però piazza Esedra (oggi piazza della Repubblica),costituita da due edifici simmetrici le cui facciate ad arco di cerchio sono composte secondo stilemi neocinquecenteschi.
Guglielmo Calderini propone invece un linguaggio neorinascimentale arricchito da un vistoso apparato decorativo, dando luogo allo "stile Umbertino" in onore del secondo re d'Italia, Umberto I, sovrano dal 1878 al 1900. Suo è il palazzo di Giustizia sul lungotevere (1888-1910).
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La costruzione più nota dell'età umbertina è il monumento a Vittorio Emanuele II, iniziato nel 1885 da Giuseppe Sacconi, vincitore del concorso bandito nel 1880 che richiedeva che " nell'estetica forma riassumesse la nostra storia patriottica e fosse simbolo dell'arte nuova" Un alto portico corinzio leggermente concavo, raggiungibile da un'articolata scalinata, "abbraccia" l'altare della Patria e domina la capitale dall'alto di una collina artificiale ricavata a ridosso del Campidoglio in un ampliamento di piazza Venezia. Dopo la morte di Sacconi l'esecuzione del monumento viene seguita e terminata nel 1911 dagli architetti Koch, responsabili della scelta del rivestimento in marmo bianco di Brescia.
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Tra i protagonisti dell'architettura italiana di fine Ottocento è da annovevare anche Alessandro Antonelli, attivo in Piemonte, autore di una serie di realizzazioni stilisticamente ispirate all'architettura classica, che riconduce alla razionalità costruttiva delle cattedrali gotiche.Egli è autore di due costruzioni ritenute le migliori dell'Ottocento italiano: la torinese Mole Antonelliana, ( nell'immagine) iniziata nel 1863, e la cupola di San Gaudenzio a Novara
La Mole adibita nel 1869 a sinagoga per la comunità ebraica della città. L'edificio è coronato da un'alta lanterna il cui basamento è costituito da un tempietto esastilo o doppie ordine di colonne, dal quale spicca una piccola cupola. Su quest'ultima appoggia una guglia costituita da montanti di dimensione decrescente fino al colmo, al cui interno è ospitata una scala elicoidale.
(Continua).
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Gaetano ha detto...
Mi aggancio alla mole Antonelliana e la sua scala spiraliforme, come a concepire, cara Rosaria, il tuo "continua" a modo mio.
Si tratta di un vecchio commento ad un post che ora riporto in parte.
Una mia riflessione sulla «voglia di volare» che ci viene dalla scritta luminosa, a mo' di ghirlanda sospesa, che si è ammirata sulla Mole Antonelliana di Torino in occasione delle trascorse olimpiadi invernali del 2006 e in coincidenza di un film «Dopo mezzanotte» di Ferrario girato interamente nella Mole che è sede del Museo italiano del Cinema. Per chi non lo sa, è un'opera permanente di Mario Merz che agli occhi di tutti, questa immagine assai suggestiva, sembrava rendere l'idea fantastica delle «vertigini» di Jovanotti, della sua nota canzone, convinti del potere riposto nei famosi numeri di Fibonacci e perciò della scienza.
Ora la cupola Antonelliana è in riparazione e non so se la scritta luminosa è stata tolta.
Ma veniamo alla «voglia di volare» di Mario Merz e dei torinesi.
Quando scrissi il commento mi sono domandato se poteva mai attuarsi «Il volo dei numeri» di Mario Merz, chiaramente connessi al Dna dell'aurea spirale dell'amore, lì su quella cupola che sembra un molosso che mai volerà?
Si è capito che sto traslando il concetto ai fatti della vita con «Numeri» in mani di incerti genetisti. Concordo che tutti i geni in camice bianco di oggi potrebbero manipolarli come realmente accade oggi attraverso una sfrenata ricerca scientifica. Però, per favore i «Numeri» dell'amore no!
Non resterebbe che la fiction dei cineasti convinti che «Dopo mezzanotte» di Ferrario, suddetto, accade come nella favola di Cenerentola! Guarda caso, è la stessa Mole Antonelliana che cela il segreto della memoria del «valzer» di Cenerentola col Principe, la scala a chiocciola. Ecco la spirale aurea del volo dei «numeri» all'ingiù, l'unica piezometrica da sfruttare per generare l'elettricità dei capogiri dell'amore, un'inerzia preziosa, se pur piccola, del guadagno prometeico della vita sulla morte.
Mi sovviene un mio lontano ricordo, in visita a Notre Dame di Parigi, nel salire fin su al tetto e poi ridiscendere fin giù nel budello di gradini che non si contano. Via via che scendevo sempre più veloce preso dall'inerzia, avvertivo l'effetto spirale che si era così ingigantita al termine della discesa da lasciarmi stordito. Il fatto interessante è che quell'inerzia spiraliforme in me continuò a manifestarsi per un bel po', come preso da un vortice indescrivibile. Ecco è tutto qui quel che mi proponevo di porre in evidenza. Una cosa simile si determina anche durante e dopo un valzer vorticoso specie se si tratta di due innamorati.
Detto questo si capirà che il "vortice biofisico" dell'amore non potrà mai essere "clonato" attraverso il cinema o "altro" per far «volare i numeri» dell'amore! Il cinema o altro, semmai potranno fungere da catalizzatori. Attenti a nutrire una simile avventatezza genetica per non trovarci al cospetto di una strana aliena generazione dalle parvenze umane. Gaetano.
15 maggio 2010 21.01
Gaetano ha detto...
Forse non si è capito come funzionano le cose dell'amore. Occorre immergersi nelle cose della terra (la spirale genetica "all'ingiù"), come dire "disobbedire" (dalla Genesi biblica) per cogliere il frutto proibito accetandone la pena e chiudere gli occhi "volando" ad un cielo fittizio. Morte e resurrezione, cui segue un soggiacere ad un sonno "digestivo", questo è l'amore, grazie al quale ogni cosa si capovolge senza sosta sul letto del piacere. Non c'è verso di farlo in altro modo e generare vite nuove.
Con la visione di altre bellezze, sempre create dall'uomo col sacrificio personale, come quelle esposte qui così suggestive, in una certa misura si ha modo di cogliere una piccola margherita dell'amore, quanto basta per generare nella mente una meravigliosa vita in ebrione tutta personale, un faro contro i perigli. Basta chiudere gli occhi e salire in cielo con quel piccolo fiore... Buon mattino, Gaetano
16 maggio 2010 08.25
Buon Mattino a te, Gaetano, agli amici ai nemici ai belli ai brutti agli antipatici ai simpatici agli innamorati a quelli che mai hanno amato, insomma a tutti.
Ciao Rosy,anche oggi si respira cultura a casa tua :))
RispondiEliminatra un pò vado anche da Annarita, grazia per aver ricordato il suo appuntamento.
ti auguro una buona giornata!
Ciao Rosaria, la passione che ci metti in questi bellissimi post e enorme e si vede, ti vedrei molto bene in un museo mentre racconti la storia delle opere a degli allievi scolastici. Un grosso bacio e un abbraccio, Viviana e Mao
RispondiEliminaCiao Rosy, un bacino!
RispondiEliminaMi piace la storia dell'architettura, è espressione della società, come tutte le forme d'arte. Ma l'architettura è sicuramente l'arte di maggiore impatto, perchè modifica e plasma le nostre città, è immediatamente sotto i nostri occhi, è un'arte che vive all'aperto...
insomma, è un'arte che noi possiamo vivere direttamente.
Ti abbraccio forte, fai tante belle cose in questo fine settimana,
bacibaci
Cara Rosaria, hai scritto un post molto interessante, che tornerò a leggere con più calma perché oggi sono stanca morta. Sono tornata da scuola poco fa.
RispondiEliminaTi ringrazio di aver partecipato al carenvale con il tuo bellissimo articolo su Caccioppoli; ti ringrazio soprattutto per il sostegno continuo e per la vicinanza che mi regali, da amica sincera.
Ti voglio bene e ti sono infinitamnete grata.
annarita
Scusa i refusi nel commento precedente, ma la stanchezza è tanta!
RispondiEliminaCaro Angelo azzurro a te auguro una notte serena.
RispondiEliminaGrazie a te di tutto.
Ciao e sogni sereni.
Ciao janas, è vero l'architettura è un'arte a cielo aperto, solo che certe volte non c'è ne accorgiamo.
RispondiEliminaA me capita di passare per strade fatte tante volte senza accorgermene dei bei palazzi che ci sono.
Camminiano sempre a testa bassa.
Adesso, meno male che si è presa la bella abitudine di restaurare palazzi antichi, fino a qualche decennio fa si buttava tutto giù e si alzavano non palazzi ma mostri.
Anche la nostra Caserta ha preso la bella abitudine si restaurare e devo dire che palazzi evanescenti son diventati un bel vedere.
Auguro tante belle cose anche a te
baciobacio
ciao
Cara Viviana, sei molto buona, ma a dire il vero veramente mi piace.
RispondiEliminaMa da qui a fare la cicerone il passo non è lungo ma è lungissssimooooooooo
Mi accontento di questo
Un bacione a te e Mao e buon fine settimana.
Annarita, non preoccuparti, fa con calma, so che sei stanca.
RispondiEliminaComunque sono lieta di aver partecipato Al Carnevale della Matematica e visto le mie non lacune...ma voragini in questo campo sono sempre io che ringrazio te, per avermi regalato questa indimenticabile esperienza.
Affetto ricambiato.
Ciao
Ho letto avidamente la lezione inserita in questo tuo post.
RispondiEliminaDue cose mi sono tornate in mente perchè ne ho sentito parlare spesso, ma sono certo che tu le sapevi:
1^) la bellissima fontana delle Najadi a Piazza della Repubblica venne costruita a suo tempo da un avo di Francesco Rutelli già Sindaco di Roma ed attualmente parlamentare;
2^) il monumento al Milite Ignoto a Piazza Venezia quando finì di essere costruito venne molto criticato e paragonato ad una enorme macchina da scrivere.
Cara rosy un bellissimo post il tuo, che mi ha permesso di conoscere cose che non sapevo di luoghi che ho visto anche più volte.
RispondiEliminaMi manca Milano dove spero di andare presto, mia figlia mi parla spesso della galleria. Ora ne ho un idea più chiara grazie a te.
Brava come sempre
Ti auguro una lieta giornata.
Rosalba
Aldo, non sapevo le cose che tu mi hai detto e come vedi sono sempre che ringrazio te.
RispondiEliminaInformazioni le tue che ne terrò conto.
Un abbraccio Aldo e buon fine settimana.
Ciao
Cara Rosalba, attraverso questi post se tu sapessi quanto imparo io.
RispondiEliminaCondividerli con voi è una gioia.
Per ragioni diverse...a me Milano non manca.
A proposito sul pavimento della galleria di Milano c'è un piccolo quadrato dove sopra c'è disegnato un toro...ti consiglio di fermarti, si dice che sfregando col calcagno sugli attributi del toro porti fortuna, solo che dopo anni di sfregamenti, gli attributi si sono consumati e c'è solo un buco.
Devo avere la foto che scattai quando andai a Milano se la trovo la posto.
Buon fine settimana a te famiglia
Bacio
Ciao
Mi aggancio alla mole Antonelliana e la sua scala spiraliforme, come a concepire, cara Rosaria, il tuo "continua" a modo mio.
RispondiEliminaSi tratta di un vecchio commento ad un post che ora riporto in parte.
Una mia riflessione sulla «voglia di volare» che ci viene dalla scritta luminosa, a mo' di ghirlanda sospesa, che si è ammirata sulla Mole Antonelliana di Torino in occasione delle trascorse olimpiadi invernali del 2006 e in coincidenza di un film «Dopo mezzanotte» di Ferrario girato interamente nella Mole che è sede del Museo italiano del Cinema. Per chi non lo sa, è un'opera permanente di Mario Merz che agli occhi di tutti, questa immagine assai suggestiva, sembrava rendere l'idea fantastica delle «vertigini» di Jovanotti, della sua nota canzone, convinti del potere riposto nei famosi numeri di Fibonacci e perciò della scienza.
Ora la cupola Antonelliana è in riparazione e non so se la scritta luminosa è stata tolta.
Ma veniamo alla «voglia di volare» di Mario Merz e dei torinesi.
Quando scrissi il commento mi sono domandato se poteva mai attuarsi «Il volo dei numeri» di Mario Merz, chiaramente connessi al Dna dell'aurea spirale dell'amore, lì su quella cupola che sembra un molosso che mai volerà?
Si è capito che sto traslando il concetto ai fatti della vita con «Numeri» in mani di incerti genetisti. Concordo che tutti i geni in camice bianco di oggi potrebbero manipolarli come realmente accade oggi attraverso una sfrenata ricerca scientifica. Però, per favore i «Numeri» dell'amore no!
Non resterebbe che la fiction dei cineasti convinti che «Dopo mezzanotte» di Ferrario, suddetto, accade come nella favola di Cenerentola! Guarda caso, è la stessa Mole Antonelliana che cela il segreto della memoria del «valzer» di Cenerentola col Principe, la scala a chiocciola. Ecco la spirale aurea del volo dei «numeri» all'ingiù, l'unica piezometrica da sfruttare per generare l'elettricità dei capogiri dell'amore, un'inerzia preziosa, se pur piccola, del guadagno prometeico della vita sulla morte.
Mi sovviene un mio lontano ricordo, in visita a Notre Dame di Parigi, nel salire fin su al tetto e poi ridiscendere fin giù nel budello di gradini che non si contano. Via via che scendevo sempre più veloce preso dall'inerzia, avvertivo l'effetto spirale che si era così ingigantita al termine della discesa da lasciarmi stordito. Il fatto interessante è che quell'inerzia spiraliforme in me continuò a manifestarsi per un bel po', come preso da un vortice indescrivibile. Ecco è tutto qui quel che mi proponevo di porre in evidenza. Una cosa simile si determina anche durante e dopo un valzer vorticoso specie se si tratta di due innamorati.
Detto questo si capirà che il "vortice biofisico" dell'amore non potrà mai essere "clonato" attraverso il cinema o "altro" per far «volare i numeri» dell'amore! Il cinema o altro, semmai potranno fungere da catalizzatori. Attenti a nutrire una simile avventatezza genetica per non trovarci al cospetto di una strana aliena generazione dalle parvenze umane.
Gaetano
Forse non si è capito come funzionano le cose dell'amore. Occorre immergersi nelle cose della terra (la spirale genetica "all'ingiù"), come dire "disobbedire" (dalla Genesi biblica) per cogliere il frutto proibito accetandone la pena e chiudere gli occhi "volando" ad un cielo fittizio. Morte e resurrezione, cui segue un soggiacere ad un sonno "digestivo", questo è l'amore, grazie al quale ogni cosa si capovolge senza sosta sul letto del piacere. Non c'è verso di farlo in altro modo e generare vite nuove.
RispondiEliminaCon la visione di altre bellezze, sempre create dall'uomo col sacrificio personale, come quelle esposte qui così suggestive, in una certa misura si ha modo di cogliere una piccola margherita dell'amore, quanto basta per generare nella mente una meravigliosa vita in ebrione tutta personale, un faro contro i perigli. Basta chiudere gli occhi e salire in cielo con quel piccolo fiore...
Buon mattino,
Gaetano
Caro Gaetano, sto in pieno ruolo di nonna, risponderò con calma al tuo commento.
RispondiEliminaAdesso devo andare in cucina a girare indovina cosa?
IL RAGU'!!! con le braciolette!!!
ciao.
A dopo, buon mattino.
Ciao Rosaria, passo per lasciarti i miei saluti (mao compreso), vedo che oggi sei indaffarata con i nipotini e con il ragù da girare e quindi ti dico anche "buon lavoro". Ti ho lasciato un commento sul post di sabato scorso che ho letto solo oggi grazie al Carnevale della Matematica di Annarita. Brava!
RispondiEliminaBacione, Viviana
Caro Gaetano, eccomi qui, scusami, se al tuo bellissimo commento di questa mattina rispondo solo adesso. Da ieri sera sera ho i nipotini con me Solo adesso mi posso dedicare al blog e agli amici bloggers.
RispondiElimina" si ha modo di cogliere una piccola margherita dell'amore, quanto basta per generare nella mente una meravigliosa vita in ebrione tutta personale, un faro contro i perigli. Basta chiudere gli occhi e salire in cielo con quel piccolo fiore"...
Questa tua chiusura è straordinariamente bella, la sento tutta mia.
Spesso salgo in cielo e mi sperdo tra le stelle
Questo è l'unico modo che conosco per combattere contro i perigli della vita e con me porto l'unico fiore che conosco, oltre la fede l'amore.
Buon pomeriggio Gaetano
(scusami se questa mattina ho parlato di ragù, non avevo letto il tuo commento e il ragù qui non ci stava bene).
Cara Viviana, i bambini hanno dormito con me.
RispondiEliminaIl ragù è venuto ottimo.
Adesso un po'di relax.
Sei molto buona con me, ma lo dico e lo ripeto, non conoscevo Caccioppoli me lo ha "presentato"La nostra cara Annarita e
ho cercato di fare quello che era nelle mie possibilità.
Mi fa piacere che ti è piaciuto.
Un bacione Vivi a te e mao e grattatina a molly.
Un bacione
Mi è arrivato il tuo commento sul post di Caccioppoli e so che è condiviso anche da Mao.
Vi abbraccio caramente
Ri-bacione
ciao ragazzi.