L'utilizzo di nuovi materiali in architettura, come il ferro e il vetro, è la svolta più importante tra passato e presente nell'architettura dell'Ottocento.La "svolta" è favorita principamente da due fattori: la nascita nel 1794 dell'Ecole dex Pollytechnique, istituzione dipendente dall'Ecole dex Beaux- Arts, fondata nel 1806 da Napoleone, e la possibilità di utilizzare il ferro come materiale edilizio.
L'Ecole dex Pollytechniqueviene, fondata durante la rivoluzione francese dopo la Proclamazione de la libertà du travail. l'atto che abolisce gli ostacoli legati allo sviluppo dell'industria moderna in Francia. Creata con lo scopo di unire la scienza teorica con la pratica e dunque di mettere a disposizione della nascente industria le applicazioni delle scoperte in campo matematico e fisico.
Nel corso di tutto l'Ottocento si fronteggiano in Francia due istituti ufficiali in cui viene insegnata e praticata l'Architettura dell'Ecole dex Beaux- Arts,responsabile del persistere degli stili storici nell'architettura, che affronta la materia dal punto di vista prettamente "figurativo", e L'Ecole dex Pollytechnique,che sfida il consolidato classicismo beaux-arts attraverso la scienza.
Nel corso di tutto l'Ottocento si fronteggiano in Francia due istituti ufficiali in cui viene insegnata e praticata l'Architettura dell'Ecole dex Beaux- Arts,responsabile del persistere degli stili storici nell'architettura, che affronta la materia dal punto di vista prettamente "figurativo", e L'Ecole dex Pollytechnique,che sfida il consolidato classicismo beaux-arts attraverso la scienza.
Dall'inizio del'700 la famiglia Darby in Inghilterra, utilizzando il carbone artificiale esegue i primi esperimenti sulla produzione del ferro mediante altiforni, dando luogo alla prima fonderia di ghisa. Questo nuovo materiale è una lega di ferro e carbonio non malleabile - viene infatti colata in stampi ma resistenti agli agenti atmosferici e per questo impiegato nella fabbricazione di macchine e utensili Nel 1755 vengon forgiati i primi utensili in ferro fuso, nel 1767 le prime rotaie e nel 1775 viene costruito il primo ponte in ferro sul fiume Severn.( Nella prima immagine) La possibilità di utilizzo del ferro, collaudata con il ponte di Severn che conduce a una vera e propria rivoluzione costruttiva che ha il suo apice nella seconda metà dell'800 con i primi ponti sospesi. Preceduta da accurati controlli scientifici sui materiali, circa quattrocento ponti vengono costruiti in Europa e in America impiegando lo stesso sistema.I più noti sono i ponti americani costruiti da John A. Roebling, tra cui il famoso resta quello di Brooklyn, iniziato nel 1868.
Johann Roebling, ponte di Brooklyn-1868-1891
New York
La costruzione del ponte iniziò il 3 gennaio 1870, richiese la manodopera di 600 operai e costò 15,5 milioni di dollari dell'epoca. Durante i lavori 27 di essi persero la vita, la maggior parte per embolia gassosa dopo aver effettuato immersioni nelle camere di scavo sottomarine. Anche l'ingegnere Johann Roebling rimase vittima nel 1869 di un incidente durante l'attracco di un traghetto. Il suo posto venne preso dal figlio,Washington Roebling, che rimase a sua volta ferito e paralizzato parzialmente a causa di un'embolia gassosa. Venne aiutato nel completamento dell'opera dalla moglie, Emily Warren Roebling, che operò sotto la sua supervisione. Il ponte venne definitivamente aperto al transito il 24 maggio 1883.
Galleria Umberto I, 1887 -1890, Napoli.
Con lo sviluppo dell'architettura del ferro e la trasformazione delle città fanno la loro comparsa tipologie edilizie, come stazioni, i mercati, i grandi magazini,le gallerie coperte, i giardini d'inverno, le serre, che non hanno nessun debito con il passato e che costituiscono alcuni degli esempi più interessanti di applicazioni dei nuovi materiali.
Con lo sviluppo dell'architettura del ferro e la trasformazione delle città fanno la loro comparsa tipologie edilizie, come stazioni, i mercati, i grandi magazini,le gallerie coperte, i giardini d'inverno, le serre, che non hanno nessun debito con il passato e che costituiscono alcuni degli esempi più interessanti di applicazioni dei nuovi materiali.
Il volto delle grandi città europee cambia, grazie alle nuove costruzioni in ferro e vetro e sono motivo di'interesse per artisti e scrittori ugualmente impegnati nel compito di narrare una nuova realtà urbana.
Burton e Turner nei Kew Gardens presso Londra
Un'altro tipo edilizio caratteristico è il passaggio coperto. Si tratta di strade pedonali già esistenti e coperti da vetrate stese su telai metallici, in modo da permettere la circolazione interna. Zone nate in seguito all'esigenza di svolgere rapidamente attività commerciali. I piani inferiori dei palazzi sono occupati da negozi e botteghe mentre quelli superiori consentono uno sfruttamento residenziale ad alto reddito.
Gli inediti metodi costruttivi proposti dagli ingegneri ottocenteschi si prestano a operazioni di montaggio e smontaggio di pezzi modulari prefabricati: e ciò che avviene per le serre di grandi dimensioni costruite nella seconda metà del secolo in molte città europee e divenute spesso luoghi di ritrovo mondano. Tra gli esempi più significativi figurano le palm houses inglesi come la serra delle palme progettata da Burton e Turner nei Kew Gardens presso Londra.La storia dell'esposizioni della seconda metà dell'800 è anche la storia delle costruzioni in ferro: gli edifici sono pensati per essere costruiti e demoliti rapidamente e l'architettura del ferro facilita queste operazioni.I costruttori affrontano sfide architettoniche nuove che costituiscono di volta in volta dei precedenti da emulare. E in questo modo che arriva nel 1889 la celebre Torre Eiffel.In'Italia i casi più rappresentativi sono la galleria Vittorio Emanuele II a Milano e la galleria di Umberto I a Napoli
Palais des Machines
L'esposizione di Parigi del 1889 segna il culmine di una lunga evoluzione in cui si coniugano tecnica ed
estetica. Due strutture permanenti attirano l'ammirazione dei visitatori di tutta Europa: la torre alta di 300 metri progettata dall'ingegnere Eiffel e il Palais des Machines, demolito nel 1910, progettato dall'architetto Ferdinand Dutert. Quest'ultimo edificio, costituito da una galleria lunga 420 metri e larga 110. Le immagini d'epoca in bianco e nero mostrano sempre le strutture in ferro, in realtà l'edificio è rivestito da un ricco apparato decorativo: vetrate dipinte, piatrelle colorate e mosaici. Nonostante la grandiosità del palais des Machines, la costruzione emblematica dell'esposizione del 1889 e di tutta l'architettura in ferro di fine secolo e la celebratissima torre Eiffel, malgrado le proteste con cui viene accolta.
estetica. Due strutture permanenti attirano l'ammirazione dei visitatori di tutta Europa: la torre alta di 300 metri progettata dall'ingegnere Eiffel e il Palais des Machines, demolito nel 1910, progettato dall'architetto Ferdinand Dutert. Quest'ultimo edificio, costituito da una galleria lunga 420 metri e larga 110. Le immagini d'epoca in bianco e nero mostrano sempre le strutture in ferro, in realtà l'edificio è rivestito da un ricco apparato decorativo: vetrate dipinte, piatrelle colorate e mosaici. Nonostante la grandiosità del palais des Machines, la costruzione emblematica dell'esposizione del 1889 e di tutta l'architettura in ferro di fine secolo e la celebratissima torre Eiffel, malgrado le proteste con cui viene accolta.
Torre Eiffel in costruzione.
La Torre Eiffel (in lingua francese Tour Eiffel) è il monumento più famoso di Parigi ed è conosciuta in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia. Fu chiamata così dal nome del suo progettista, l'ingegnere Gustave Eiffel, che costruì anche la struttura interna della Statua della libertà. È visitata mediamente ogni anno da cinque milioni e mezzo di turisti. La sua manutenzione è curata dalla Societé Nouvelle d'Exploitation de la Tour Eiffel.
Nel 1871 la città di Chicago viene quasi distrutta completamente da un devastante incendio che non risparmia l'insediamento urbano, costruito quasi esclusivamente da edifici in legno. La ricostruzione, inizialmente esitante per la paura di nuovi disastri, procede con grande intensità nei due decenni tra il 1880 e il 1990. Sul luogo dell'antico villaggio sorge un moderno centro degli affari con edifici per uffici, grandi magazzini, alberghi, si tratta di immobili a più piani che offrono la possibilità di sfruttare in altezza il lotto cittadino dando luogo alla nascita del grattacielo.
Sullivan costruisce a Buffalo una delle opere più importanti, che denuncia l'evoluzione dei maestri americani volta al superamento degli stili storici e alla semplificazione formale dell'apparato decorativo. Lo scheletro in acciaio è rivestito interamente da pilastri ininterrotti fino al vertice dell'edificio. Opera di grande chiarezza. Con il Palazzo Garanzie, il paesaggio americano inizia ad acquisire una nuova fisionomia che anticipa quella del XX secolo.
Gaetano ha detto...
L'architettura del ferro,
ecco un argomento che mi è assai congeniale, non essendo stato poi tanto male nelle costruzioni di strutture in ferro, da esperto disegnatore. Ma collegandomi proprio all'ultimo caso della magnifica esposizione, così ben allestita da Rosaria da deliziare gli amici avventori del suo blog, questo, il ponte sullo stretto, il Golden Gate Bridge, ho l'occasione di aggiungere al post un interessante "continua", ma in Italia.
Si tratta appunto del progettato ponte sullo Stretto di Messina che ha visto sfilare sulla passerella delle proposizioni diverse soluzioni, tutte di grande prestigio. Tutti sanno della soluzione vincente che non si discosta tanto dal Golden Gate Bridge, grosso modo, ma pochi o nessuno sa di una soluzione che prende di sorpresa chi pensa ai ponti in genere.
Ecco, se l'architettura del ferro, nel nostro caso, fa immaginare strutture che si elevano da terra fino ad altezze eccezionali, ebbene, pensate anche a strutture che non si vedono perché poste sotto terra almeno per viadotti in particolare. Tutti sanno di quello dell'attraversamento della Manica che collega la Francia alla Gran Bretagna, ma questa non riguarda manufatti in ferro perché è una galleria scavata sotto terra e, dunque sotto la Manica. Il viadotto previsto per lo Stretto di Messina, ma non preso in considerazione, prevedeva un tunnel sottomarino, cosiddetto flottante che sfruttava, pensate che cosa, il principio di Archimede e a ragione di ciò è stato chiamato il Ponte di Archimede.
Il ponte di Archimede è un tunnel sommerso ma al tempo stesso galleggiante, situato a circa venti-trenta metri di profondità dal pelo libero ed opportunamente ancorato al fondale. Esso sfrutta il noto principio secondo cui un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume di liquido spostato. Per questo motivo non necessita di elementi di sostegno come piloni di acciaio o cemento. È inoltre importante sottolineare come questo tipo di sistema mostri un comportamento dinamico estremamente diverso dalle strutture di tipo tradizionale, e nonostante le apparenze, presenti caratteristiche sostanzialmente differenti dagli impianti o-shore.
L'esecuzione di una galleria sommersa, non direttamente poggiata sul fondo marino, ma ancorata a questo, è suggestiva e costituisce una interessante tipologia innovativa per l'attraversamento di bracci di mare.
Per chi ne volesse sapere di più, l'amica Annarita Ruberto ha pubblicato tempo addietro su Scientificando un mio scritto a riguardo e questo è il link relativohttp://scientificando.splinder.com/post/14653524/%255Bcontributi%255D-il-ponte-di-archimede.
Colgo l'occasione per porre sul piedistallo un geniale progettista emergente, mio figlio Gianluca che ha conseguito la laurea di Dottore Ingegnere strutturista, proprio il campo d'azione in argomento. Pensate quale fu la tesi di laurea, il progetto di calcolo di un ponte flottante sullo stretto di Messina, conseguendo 110 e lode. Ma non si esausce qui il curriculum di formazione del mio Gianluca, poiché subito dopo la laurea, rinunciando ad allettanti offerte di lavoro, scelse di proseguire gli studi e da un anno è dottore di ricerca nel campo delle strutture in questione e svolge, in attesa di una congrua sistemazione, il lavoro di assistente al Politecnico di Milano.
Quando feci lo scritto sul Ponte di Archimede mi trattenni dal parlare di Gianluca e pregai Annarita di non parlarne, ora invece ho pensato che si sappia di lui.
Ed ora cara Rosaria, ti ringrazio di avermi dato l'occasione di dire delle cose interessanti che la letteratura sulla moderna architettura non riporta ancora tanto bene. In più ho avuto modo di presentare Gianluca.
E poi, dulcis in fundo, brava, brava, brava, tre parole fatte in ferro che resistono in modo eccezionale.
Cari abbracci,
Gaetano
Grandiosa come sempre Rosy;))
RispondiEliminaLeggere i tuoi post, seppur ricchi è complessi, è una passeggiata nell'arte e nella storia. L'argomento che ci hai proposto oggi è molto bello, un viaggio attraverso la storia. I cambiamenti culturali legati all'innovazione tecnologica ci fanno capire come sia stato difficile costruire questi monumenti che ancora oggi noi ammiriamo con stupore dimenticando a volte, quanta fatica siano costati a chi li ha progettati.
Ciao Roberta
Anche oggi ho studiato Storia dell'Arte grazie a te cara Rosy.
RispondiEliminaNaturalmente non sapevo nulla di tutto ciò che hai così ben descritto.
Una curiosità: la Galleria Umberto I di Napoli a me sembra che somigli molto alla Galleria Alberto Sordi - già Galleria Colonna - di Roma. Quando vi si accede da Piazza Colonna - palazzo chigi - si nota una struttura centrale che una volta era il famoso Teatro Galleria.
Penso che, data la frequentazione di attori, attrici, insomma gente di teatro negli anni passati, la Galleria stessa, per questo motivo, sia stata dedicata al grande Albertone.
L'architettura del ferro,
RispondiEliminaecco un argomento che mi è assai congeniale, non essendo stato poi tanto male nelle costruzioni di strutture in ferro, da esperto disegnatore. Ma collegandomi proprio all'ultimo caso della magnifica esposizione, così ben allestita da Rosaria da deliziare gli amici avventori del suo blog, questo, il ponte sullo stretto, il Golden Gate Bridge, ho l'occasione di aggiungere al post un interessante "continua", ma in Italia.
Si tratta appunto del progettato ponte sullo Stretto di Messina che ha visto sfilare sulla passerella delle proposizioni diverse soluzioni, tutte di grande prestigio. Tutti sanno della soluzione vincente che non si discosta tanto dal Golden Gate Bridge, grosso modo, ma pochi o nessuno sa di una soluzione che prende di sorpresa chi pensa ai ponti in genere.
Ecco, se l'architettura del ferro, nel nostro caso, fa immaginare strutture che si elevano da terra fino ad altezze eccezionali, ebbene, pensate anche a strutture che non si vedono perché poste sotto terra almeno per viadotti in particolare. Tutti sanno di quello dell'attraversamento della Manica che collega la Francia alla Gran Bretagna, ma questa non riguarda manufatti in ferro perché è una galleria scavata sotto terra e, dunque sotto la Manica. Il viadotto previsto per lo Stretto di Messina, ma non preso in considerazione, prevedeva un tunnel sottomarino, cosiddetto flottante che sfruttava, pensate che cosa, il principio di Archimede e a ragione di ciò è stato chiamato il Ponte di Archimede.
Il ponte di Archimede è un tunnel sommerso ma al tempo stesso galleggiante, situato a circa venti-trenta metri di profondità dal pelo libero ed opportunamente ancorato al fondale. Esso sfrutta il noto principio secondo cui un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume di liquido spostato. Per questo motivo non necessita di elementi di sostegno come piloni di acciaio o cemento. È inoltre importante sottolineare come questo tipo di sistema mostri un comportamento dinamico estremamente diverso dalle strutture di tipo tradizionale, e nonostante le apparenze, presenti caratteristiche sostanzialmente differenti dagli impianti o-shore.
L'esecuzione di una galleria sommersa, non direttamente poggiata sul fondo marino, ma ancorata a questo, è suggestiva e costituisce una interessante tipologia innovativa per l'attraversamento di bracci di mare.
Per chi ne volesse sapere di più, l'amica Annarita Ruberto ha pubblicato tempo addietro su Scientificando un mio scritto a riguardo e questo è il link relativo http://scientificando.splinder.com/post/14653524/%255Bcontributi%255D-il-ponte-di-archimede.
Colgo l'occasione per porre sul piedistallo un geniale progettista emergente, mio figlio Gianluca che ha conseguito la laurea di Dottore Ingegnere strutturista, proprio il campo d'azione in argomento. Pensate quale fu la tesi di laurea, il progetto di calcolo di un ponte flottante sullo stretto di Messina, conseguendo 110 e lode. Ma non si esausce qui il curriculum di formazione del mio Gianluca, poiché subito dopo la laurea, rinunciando ad allettanti offerte di lavoro, scelse di proseguire gli studi e da un anno è dottore di ricerca nel campo delle strutture in questione e svolge, in attesa di una congrua sistemazione, il lavoro di assistente al Politecnico di Milano.
Quando feci lo scritto sul Ponte di Archimede mi trattenni dal parlare di Gianluca e pregai Annarita di non parlarne, ora invece ho pensato che si sappia di lui.
Ed ora cara Rosaria, ti ringrazio di avermi dato l'occasione di dire delle cose interessanti che la letteratura sulla moderna architettura non riporta ancora tanto bene. In più ho avuto modo di presentare Gianluca.
E poi, dulcis in fundo, brava, brava, brava, tre parole fatte in ferro che resistono in modo eccezionale.
Cari abbracci,
Gaetano
Cara Rosy, ho letto questo bel post, ed ho immaginato questa emblematica Torre Eiffel che non ho mai visto dal vivo... mah...un folletto a Parigi...potrebbe essere il titolo di un'altra avventura...
RispondiEliminaRosaria, sono senza parole. Un post ricco e significativo che ho centellinato con estremo piacere. Stai diventando troppo brava.
RispondiEliminaColgo l'occasione per fare pubblicamente gli auguri a Gaetano per il suo geniale Gianluca. All'epoca del post su Scientificando, fui pregata da Gaetano di non mettere in "mostra" i meriti del suo bravo figliolo, ma adesso posso farlo e voglio dichiarare tutta la mia ammirazione.
Giovani come questi sono il futuro "buono" del nostro Paese.
Un abbraccio grande a Rosaria, Gianluca e Gaetano...e a tutti gli amici qui presenti con i loro commenti.
annarita
Cara Roberta, veramente noi guardiamo tante opere e non sappiamo quanto lavoro e intelligenza umana attraverso loro ci arriva dal passato.
RispondiElimina"Camminare" tra queste pagine di vera storia,mi commuove e resto affascinata dalla grandezza dell'uomo e del suo cammino.
Oggi viviamo in un epoca diversa, ma il passato tocca a noi raccontarla e sto tentando di farlo mettendoci tanta passione e amore.
Grazie rob a presto.
Ciao.
Caro Aldo tutte le gallerie si somigliano un poco.
RispondiEliminaQuando verrò a Roma spero di visitare la galleria Colonna.
dedicata dopo il restauro al nostro indimenticabile Albertone.
Le gallerie sono state sempre il posto preferito di attori, poeti, scrittori, giornalisti e della gente comune.
Parleremo anche dei monumenti e dei palazzi di Roma di tanti altri che hanno cambiato il volto alle nostre città
Un abbraccione al mio fratellone
Ciao sor Ardo
Follettina, ma io ero sicura che tu con la tua polverina magica ti portasse ovunque.
RispondiEliminaForse ti manca la polverina eiffel?
Non è possibile.
Io ci sono stata sulla torre Eiffel
fa una strana senzazione, ho anche le foto.
Mi fermai al primo piano, non mi piacque tanto da giù si, ma salire le scale mi faceva impressione.
Un baciobacio e provvedi per la polverina eiffel
Ciao follè
Cara Annarita, ti ringrazio per il brava, ma lo faccio con molto piacere e devo a te se mi sono buttata in questa meravigliosa avventura.
RispondiEliminaRicambio il tuo abbraccio e
Gaetano sarà contento delle tue belle parole per il suo Gianluca.
Un bacione
Ciao!
Cara Annarita, mi conforta avere il tuo sostegno che dimostri continuamente. Ma è l'ora dei tuoi complimenti per Gianluca ed io te ne sono riconoscente, grazie.
RispondiEliminaGrazie ancora a Rosaria che ci riempe di lodi.
Gaetano
Rosy carissima ho letto tutto d'un fiato il tuo bel e interessante post. E tante sono le cose che non sapevo su questa archittetura conosciuta ai più per la fama delle costruzioni. Saperne la storia è cosa diversa, comprendere come l'uomo ha preso determinate direzione anche nell'utilizzo dei materiali.
RispondiEliminaIl ponte di Brooklyn ho avuto la fortuna di vederlo. Mi hai riportato alla mente tante emozioni.
Come mamma di una studentessa mi sono immedesimata molto in quanto ci racconta Gaetano a proposito del percorso di studi di suo figlio.
Da maestra mi piace sempre sperare di riuscire a trasmettere la passione per il sapere, la conoscenza e la scoperta.
Grazie per le emozioni
Un abbraccio e buon fine settimana
Cara Rosalba, buona domenica.
RispondiEliminaSei stata in'america? Che bello, e hai visto anche il ponte di Brooklyn!
I figli, ci fanno sognare e desideriamo per loro il meglio del meglio, ma son certa che tua figlia ti darà tante soddisfazioni, non può essere diversamente.
Ti abbraccio e di nuovo buona domenica a te e famiglia.
Ciao.
Eh, Palazzo Reale quasi da casa mia!
RispondiEliminaGrazie Rosaria.
Gaetano
Caro gaetano in " quel casa mia" si leggono tante cose...
RispondiEliminaNon so se sai che i campetti oggi hanno un'altra faccia e anche il distretto militare, quello quasi di fronte alla reggia non c'è pià
Al suo posto c'è una meravigliosa villa, ma ancora non abbiamo capito se è aperta al pubblico o resta sempre ai militari
Queste sono le ultime notizie da Caserta.
Ciao Gaetano
Ciao Rosy, passo per un saluto e leggo della straordinaria opera che l'ingegno dell'uomo riesce a pensare e costruire. E' stupefacente, se ci pensiamo, vedere di quante bellezze siamo circondati.
RispondiEliminaUna volta, sia che si costruisse usando la pietra, sia che si costruisse con il ferro, la fatica era enorme: eppure si sapevano fare dei capolavori che ancora oggi ammiriamo ed amiamo. Oggi, tutto è più semplice, l'uomo è facilitato nelle sue opere dalla tecnologia ma... capolavori simili non se ne fanno più. Interessante post, foto bellissime..complimenti cara Rosy.
RispondiEliminaUn abbraccio con affetto
Dici bene Angioletto, siamo veramente circondati da tante bellezze.
RispondiEliminaL'uomo sa essere grandioso veramente.
E quanto ingegno e lavoro c'è in queste opere che duravano anni.
A noi non ci resta che ammirarli e curarli.
Ciao angelo e grazie del passaggio.
Cara Paola è vero oggi l'uomo viene molto aiutato dalla tecnologia, ma le opere che si costruivano una volta, non si costruiscono più
RispondiEliminaOggi sono solo mattoni su mattoni, freddi casarmoni, è raro vedere una bella costruzione al tempo nostro, dove ingegno, fantasia, buon gusto e arte sono riuniti per la gioia degli occhi.
Godiamoci le bellezze del passato, e sono veramente belle.
Con affetto
Ciao.
Carissima Rosy , passo per un saluto e per farti i miei complimenti . Leggere il tuo post è stato un piacevolissimo ripasso di tante cose già studiate ma molte dimenticate .
RispondiEliminaDiventi sempre più brava e la tua passione per l'arte ti darà tante soddisfazioni .
Un abbraccio grande
Paola
Cara Paola, so che sei molto impegnata e questo tuo passaggio e gradito doppiamente (Senza offesa per nessuno)
RispondiEliminaAver trovato un po di tempo per me mi commuove.
Ti abbraccio caramente.
Tanti auguri per tutto!
Grazie ciao Paola
A presto!
Nonna please, mi puoi dire in codice html come hai fatto a postare il video? Devo aggiungerne uno pure sul mio sito...Baci! '3' ♥
RispondiElimina@Claudia
RispondiEliminaClaudietta vai su youtube clicca su condividi,ti si apre una pagina e troverai.. Codice da incorporare.. clicca e ti uscirà l'hatml..
fai copia e incolla e lo inserisci sul tuo sito.
Ma è per la tua pagina web?
bacione.