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venerdì 11 settembre 2009

Il bibigas.




Nella mia famiglia, la povertà regnava sovrana. Mancava sempre tutto. Un giorno arrivò da noi il bibigas. mia madre quella mattina comprò un sacco di roba. Un signore si presentò a casa nostra indossava una tuta blu, montò il bibigas e dava spiegazioni come si accendeva e si spegneva. La prima cosa che fu messa sul bibigas, fu la macchinetta del caffè in un attimo si sparse per la casa un bel profumo di caffè che offrimmo al signore in tuta blu. Quel giorno si cucinò e si mangiò. Non ricordo che età avevo, ma ricordo perfettamente che pensai...adesso si mangerà tutti i giorni. Prima del bibigas, si cucinava con i carboni e questi mancavano sempre, perchè sempre mancavano i soldi. Cosi il primo piatto da noi diventava l'ultimo.Il bibigas fu comprato a rate. ll mio pensiero risultò sbagliato. Il bibigas non risolse nessun problema anzi...succedeva che se c'era la bambola, mancava la pasta o l'olio, se c'era la pasta e l'olio finiva la bombola e non c'erano i soldi per comprarla, il massimo era che quando c'erano  tutto mancavano i cerini e sempre per la stessa ragione non si potevano comprare... cosi mia madre mi metteva fuori la porta e mi diceva di avvertirla se passava un uomo. Già sapevo, quello che
avrebbe fatto...si sarebbe avvicinata all'uomo, con un bel sorriso
avrebbe detto buongiorno! per poi immediatamente chiedere...avete un cerino? Certo ! il povero uomo prontamente offriva a mia madre tutta la scatola dicendo..prendete voi...mia madre, buon'anima svuotava mezza scatola e rientrando ci raccomandava di non usare i cerini. Li metteva nella credenza, in un bicchiere, conservati, quasi fossero di oro.
Mamma, in questa carrellata tu, si proprio tu non potevi mancare..ricordo che ogni anno al mio compleanno puntuali arrivavano sempre i tuoi fiori... ti sembrerà strano ma mi manchi. .mi mancano le lotte con te, mi mancano i nostri contrasti, mi mancano le litigate che ci facevamo, la tua dolcezza. Sai ora come saresti felice di ascoltarlo dalle mie labbra...la vita è stata dura con te e di riflesso con noi Ora che ti parlo non più come figlia, ti dico che la sbagliata non eri tu, è questa vita infame che non rende giustizia a nessuno...Adesso che sono solo mamma e nonna, solo per un giorno vorrei essere figlia...ma solo per riabbracciarti.Perdonami se mi era difficile accettare alcuni tuoi limiti, ma la sofferenza che tu mi davi, dava anche a me dei limiti.Ricorderò sempre le tue ultime parole...siete stati dei figli bravi, mai mi avete dato un dispiacere, non potevo darvi nulla, perchè nulla avevo, ma voi siete andati avanti con onestà e tanta dignità, mi stringesti la mano dicendomi... Grazie e perdonatemi.

3 commenti:

  1. Post molto toccante, anche io come te vorrei tornare figlia per un solo momento per poterla riabbracciare...
    Ma così è la vita, dobbiamo andare avanti e a ricordare momenti belli e meno belli....
    Un abbraccio!!

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  2. Cara Rosy, qui le lacrime sono necessarie. E' così commovente quello che scrivi.
    E come si fa poi a non far riferimento alla propria madre e a tutti i conflitti, le liti?
    Per ricordare infine il commiato, così dolce ...
    Ti abbraccio con affetto,
    Lara

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  3. Mary47-avevo capito da tempo che quel 47 richiamava l'anno della tua età.
    Grazie ciao.

    Lina, i ricordi belli brutti che siano grazie a loro ci siamo formate.
    Un bacione grande.

    Lara, la mamma è sempre la mamma, e ci sono mamme...ma anche loro sono donne con i loro limiti,,,questo io l'ho capito da tempo e cosi litigavo si con lei ma poi la perdonavo sempre..no il mio non era perdono, era amore. Un bacione

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