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sabato 26 febbraio 2011

Ogni promessa è un debito.Terza e ultima parte


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Una mattina Anna entrò di corsa in’infermeria tutta affannata e agitata, mi fece giurare che non avrei detto nulla di quello che mi stava per dire, giurai con tutti i riti infantili che conosciamo tutti. Anna non vista aveva ascoltato le parole del medico mentre parlava alle suore di me e le avvertiva di preparare molta acqua bollita, che sarebbe venuto il giorno dopo di pomeriggio, per lui l’unica cosa da fare era l’incisione, visto che questo grosso brufolo non si apriva si maturava ma non cedeva .-però c’era un problema, che nell’incidere poteva intaccare anche qualche nervo e di conseguenza, la ragazza potrebbe restare anche zoppa-questa fu la parola esatta che Anna mi riportò
Potete bene immaginare come mi senti in quel momento -zoppa?
Vi do l’idea di come era questo foruncolo.
Era rotondo e grande,   di colore rosso tutto chiuso, senza nessun minuscolo puntino al centro l’idea giusta? Somigliava a una piccola pietra e come si suol dire era un foruncolo senza capa e ne coda.
Mi ricordai che quelli avuti a casa,   erano uguali ma più piccoli   e così si accese la lampadina.
Chiesi ad Anna di prendermi la bacinella, quelle bianche ovali che di solito sono in’infermeria e anche l’ovatta e i di aiutarmi a sedere in mezzo al letto,  di starmi accanto perché come alzavo la testa dal cuscino ero instabile e potevo cadere.
Cominciai a premere piano, piano anche perché mi faceva male, all’improvviso al centro si apri un piccolo foro, continuai,  ed ecco venire fuori una specie di serpentella bianca e rossa, sangue e pus cosi vischioso e attaccaticcio che Anna mi passava l’ovatta bagnata per poterla staccare meglio. Allora mi fermai quando non usci più nulla.  Rimase solo un grosso buco.
Stanca,  ma felice guardai Anna e le dissi: lo so che fa schifo, ma ti prego,butta sta roba in qualche parte io non ce la faccio ad alzarmi.
Nel pomeriggio arriva il medico, notai che non portava la solita borsa marrone, ma era diversa, quadrata e nera. Mi portò anche un giocattolino, era più gentile del solito, mi sorrideva, io non dicevo nulla. Il dottore si avvicinò al letto esclamando.. Bella bambina!   Vediamo come stiamo?
 Scostò le coperte, mi alzò la camicia da notte, allungò la mano tastando la parte, e parlando a se stesso si diceva -ma dove sta?- Abbassò lo sguardo e solo allora si rese conto che non avevo niente più.  Io sempre zitta.
Il dottore mi guardò e mi chiese, l’hai spremuto tu?
Accennai un si con la testa, lo vidi sorridere, mi accarezzò e mi disse, Brava, Bravissima!
Allora adesso disinfettiamo tutto, volle sapere come avevo fatto,  gli spiegai come avevo fatto. A sua volta spiegò alle suore che la  foruncolosi è una grande infezione del sangue che nessun medicinale riusciva a combattere, (almeno all’epoca) questa infezione. Secondo lui la foruncolosi che avevo avuto dopo la caduta dalla bici, che non mi feci nessun graffio e ne usci il sangue, ma qualcosa all’interno era successo e tutto l’organismo si era  infettato e doveva fare il suo corso L’ultimo brufolo era come dire secondo lui l’ultimo processo della malattia, e   perciò cosi duro a morire.

Quel giorno non lo dimenticherò più, il giorno dopo  all’ora della ricreazione, sostenuta  sempre da Anna mi affacciai alla finestra che dava sul giardino e ad alta voce iniziai a chiamare i nomi delle ragazze, che guardarono su, e vedendomi  alzata,  gridavano più felici di me
Di Lella mo arriviamooo!!! quel giorno fu grande festa per noi ragazze, l’infermeria era strapiena le suore chiusero un occhio, ma secondo me erano stanche anche loro ma contente.
La madre superiora,  venne a trovarmi nel pomeriggio e a portarmi il solito uovo fresco da succhiare, era contenta pure lei.
Mi alzai dal letto dopo otto giorni,  felice passai in camerata ma non mi alzavo alle sei, per due mesi mi alzavo all’ora di colazione, ordine del medico.
La prima mattina che dovevo scendere in refettorio non dormì di notte per l'emozione.
 Alle sei già ero sveglia , lavata e vestita, non vedevo l’ora di andare in refettorio. Nell’indossare la divisa mi accorsi che mi andava larga e corta.
Feci la mia entrata nel refettorio ma le ragazze come mi videro nessuno parlò mi guardavano silenziose e io che mi aspettavo l’applauso.
Dopo mi dissero che erano rimaste cosi perché ero diventata più alta ed ero magrissima.
Qualcuno addirittura disse che sembravo un fantasma.
La madre superiora ogni tanto durante la ricreazione mi chiamava dalla presidenza per  farmi bere sempre il solito uovo fresco e quando me ne andavo mi raccomandava sempre di mangiare tutto.
Tutto e bene quello che finisce bene.
 Anna, iniziò ad alzarsi alle sei e scendere a messa.
 Passando accanto al mio letto mi diceva: Di Lè,  stavamo cosi bene in’infermeria. (lei si ma io no)
 Beata te che stai a letto.
Ora che la storia era finita la più infelice era Anna. La pacchia era finita per lei.
 Però devo a lei tanto, fu lei  che mi portò la  famosa notizia e la lampadina si accese. So che adesso Anna vive al nord lo seppi per caso da una sua cugina che quando seppe  il nome del mio collegio mi fece il nome di Anna Dello Stritto   e mi chiese se la conoscevo, visto che era stata nello stesso collegio. La conoscevo?
 eccome!! Se non la conoscevo.

The End

Per Lina
Cara Lina, la cugina di Anna la conosci anche tu e Angela,  si quella che ha il negozio qui vicino a noi.

Vi ringrazio tutti  per la vostra garbata attenzione e  amorevole partecipazione.
Vi abbraccio e vi auguro un buon fine settimana.

18 commenti:

  1. Brava bambina, intraprendente.
    Hai visto, in fondo le nemiche sapevano anche essere tenere e affettuose, per fortuna. La cosa importante è che ti abbiano trattata con affetto e attenzione in una situazione così delicata. Ci sono momenti in cui la disciplina e il rigore devono essere accantonati.
    Tu ne sei uscita forte, hai imparato a guardare le cose sotto un'altra ottica, anche questa vicenda ha dato il suo contributo alla tua estrema sensibilità.
    Coraggiosa e combattente, così io ti vedo.
    Brava.
    Ti mando un baciottolo

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  2. Cara Rosy,
    tutto è finito bene...per fortuna.
    Sai qual è la tua grande qualità???
    Che sei coraggiosa e paziente... Non ti scoraggi e sai trovare la strada giusta per superare gli ostacoli che incontri.
    Dalle prime battutte fra noi ho notato questa grande energia... questo ti fa bella e mi piace molto.
    Un bacio
    Buona domenica

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  3. Ciao Rosy ho seguito il tuo racconto e sono rimasto colpito, devo dire che ne hai passate di tutti i colori,ma hai avuto anche tanto coraggio. Un affezionato lettore ed amico.
    ps.un giorno raccontero' qualcosa...

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  4. Come vedi cara Rosy tutto è bene quello che finisce bene... E inizia ancora meglio, conoscendo già quel collegio...
    Ci hai lasciato sempre con il fiato sospeso. Ora siamo tutti più tranquilli.
    Buon fine sttimana amica.
    Tomaso

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  5. Ciao cara, grazie per postare velocemente anche la terza parte.
    Comincia bene la mia serata :)).
    Hai superato coraggiosa e consapevole gli ostacoli della vita giá da ragazzina. Sei cresciuta velocemente e non solo fisicamente.
    Baci e buona serata

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  6. Rosaria, non ho molto da aggiungere a quanto ho espresso nel post precedente. Leggere questa storia, dal suo nascere alla sua fine, mi lascia un senso di amarezza e di perplessità.

    Non riesco a concepire una sofferenza così grande per una bambina. Sofferenza che poteva essere probabilmente evitata con una maggiore attenzione.

    Forse sbaglio nel mio giudizio, ma questo è il mio sentire e tu sai che sono sempre sincera.

    Un abbraccio fortissimo alla piccola grande donna che ha superato una prova durissima.

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  7. Follettina, si le nemiche
    si comportarono bene ma sai una cosa? Credo che mi volessero bene e che volessero bene a tutte.
    Ne eravamo in cento io ho cresciuto tre figli e certe volte non ce la facevo, immagina cento di noi, la responsabilità che avevano.
    Poi certe volte erano come bambine giocavano a girotondo con noi,ci raccontavano le favole, e forse a quel nemico anche io volevo bene.
    Ma dovevamo resistere ed essere dure con loro.
    Bacione ciao

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  8. Cicin, forse hai visto bene la pazienza e quella non deve mancare mai.
    Si sono coraggiosa affronto tutto anche se la paura in me c'è sempre.
    Paura di deludere e di deludermi.
    Brava cizin e grazie.
    Un bacione.

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  9. Nicola, la mia vita è stata
    come i fuochi d'artificio tante cose ma tutte colorate e se non lo erano le coloravo io...
    Aspetto di leggerti
    Salutami la tua dolce donzella
    Bacioni a tutti e due.
    Ciao

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  10. Tomaso doveva finire bene sto qui
    con voi il lieto fine era previsto
    Tomaso domani verrò a leggerti e a portarti la buona domenica.
    Lascia aperta la porta.
    Bacio

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  11. Caterina cara, certe cose vanno postate
    svelte altrimenti si perde il filo.
    Dico bene?
    Si, sono cresciuta velocemente,
    ma credimi, la donna non ha mai abbandonata la bambina, lei mi racconta tante cose di me
    in certi momenti... mi fa tanta compagnia.
    La donna di oggi prende sempre consiglio da lei...già
    Bacione A presto!

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  12. Cara Annarita mia, io non lo so quello che mi successo se non avessi le stelline sparse sul corpo forse penserei che è stato tutto un sogno
    Anche sull'occhio mi usci.
    Non so risponderti, ma tu hai ragione
    ad avere delle perplessità.
    Non ho mai capito e saputo con precisione cos'è che ebbi
    e potevo anche morire!
    Meno male che ho potuto raccontarlo.

    Un bacione ciao

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  13. L'ho sempre detto e lo confermo: il quoziente d'intelligenza delle donne è superiore a quello degli uomini. Sei poi lo dimostrano sin da quando sono bambine allora per noi maschietti la battaglia è persa.
    Rosy tu ne sei l'esempio più eclatante e non lo dico per sviolinare.
    Ciao.

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  14. Aldo, non è vero che la donna è più intelligente per me sia la donna che i maschietti se collaborassero di più tra loro, sai, che bello! Il mondo sarebbe cambiato da un bel pezzo.

    Buona Domenica Alduccio
    Bacio.

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  15. Anch'io, come tutti, ti ho seguito col fiato sospeso,
    Cara Rosy, sei stata davvero intelligente, hai avuto la meglio persino su un medico ...
    Brava cara amica!!!
    Un bacione,
    Lara

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  16. Lara Grazie del tuo passaggio e buona domenica
    Bacio ciao bella Lara

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  17. Cara Rosaria il racconto intorno al tuo foruncolone mi porta alla memoria un analogo foruncolone che si sviluppò sul collo, un pò al di sotto del capo e al lato della colonna cervicale. A quel tempo io mi ero appena diplomato e lavoravo al MA.C.RI.CO. di Caserta che sta per MAgazzino Centrale RIcambi mezzi COrazzati. Mi occupavo della contabilità di mitragliatrici, ricambi di carri armati ed altro inerente. Come sai questo enorme parco era dislocato alle spalle del Monumento ai Caduti al limite di corso Trieste. Ti dico questi dettagli perché mi rivolsi al tenente medico dell'infermeria dove lavoravo per risolvere il problema del foruncolo. Sai come fece? Vidi che armeggiava nell'armadio degli attrezzi medici per prendere qualcosa di gomma che mise fra i denti. Io ero agitato ma mi feci corraggio. Il medico mi fece sedere e poi con molta decisione addentò il foruncolo facendomi abbastanza dolore, ma fu solo per un istante perché dopo il foruncolo non c'era più, era tutto in quel coso di gomma. Fui medicato e così ritornai a fare i conti dei cingoli dei carri M44, mitragliatrici pesanti Browning M2, obici da 155 mm e così via.
    Non ho potuto fare il militare, eppure ci tenevo tanto a frequentare l'accademia degli ufficiali piloti dislocata a Nisida. Non ci fu verso a causa dell'otite bilaterare che avevo (ed ho) sin da piccolo.
    Che ironia, la sorte volle che comunque avessi a che fare con le armi... chissà... Forse in altro modo avrei dovuto combattere da grande...
    Buona serata e auguri per la tua vista.
    Gaetano

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  18. Caro Gaetano, ti ho letto
    e mi è difficile scrivere
    almeno per cinque giorni fino a quando non sparisce questa bolla d'aria che si è formata nell'occhio che mi fa stare cosi nervosa.

    Un bacione a te a d Annarira a riri a cizin e Nicola.

    Grazie a tutti.

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