Annarita è stata di recente intervistata dalla redazione di Maddmath( maddmaths.simai.eu)!, il gruppo di divulgazione di SIMAI-DMA www.simai.eu ), la prestigiosa Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale.
Potete leggere l'intervista integrale, insieme ai commenti, sul sito maddmaths.simai.eu vita-da-matematico annarita-ruberto )
La riporto di seguito, priva però dei commenti, per condividerla con amici e lettori.
Potete leggere l'intervista integrale, insieme ai commenti, sul sito maddmaths.simai.eu vita-da-matematico annarita-ruberto )
La riporto di seguito, priva però dei commenti, per condividerla con amici e lettori.
Insegnante... all'avanguardia, blogger infaticabile, versatile e piena di interessi. Questo mese incontriamo Annarita Ruberto.
Ci racconta il suo percorso di studi?
Ho frequentato il Liceo Classico, il glorioso “Quinto Ennio” di Gallipoli. Poi, con una brusca virata (la storia è troppo lunga…) mi sono laureata in Fisica all’Università del Salento, discutendo una tesi in Algebra delle correnti e Teoremi a bassa energia. Successivamente ho frequentato i primi tre anni del Corso di Laurea in Biologia… poi abbandonato per sopraggiunto matrimonio con un romagnolo doc, relativa figliolanza e migrazione in quel di Romagna.
Come mai ha deciso di dedicarsi all'insegnamento? Ci pensava già in giovane età?
No, non credo di aver pensato all’insegnamento da piccola anche se mi sono trovata, mio malgrado, ad “insegnare” al tempo in cui frequentavo le medie. Vi chiederete come sia stata possibile una cosa del genere. In breve, ero una bimbetta sveglia e molto, ma molto curiosa. La mia curiosità mi portava a divorare letteralmente libri su libri di qualsiasi genere purché soddisfacessero la mia insana curiosità di conoscere. In tal modo, ero riuscita a sviluppare una buona capacità di esprimermi verbalmente e per iscritto. Insomma riuscivo piuttosto bene a scuola…così il mio professore di lettere ebbe la folgorante idea di consigliare qualche genitore di spedire a fare i compiti da me il proprio pargolo, che non era quel che si dice una cima! Comprensibile il concetto?
Mi stavo indirizzando verso la ricerca universitaria… ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Fui convocata per una supplenza breve in una scuola media e lì scoppiò la scintilla. Mi innamorai letteralmente di quei fanciulli. I ragazzi di età compresa tra gli undici e i 14 anni sono plasmabili come tenera creta, pronti a lasciarsi guidare se si riesce a conquistare la loro fiducia. Non dimenticherò mai la prima volta che, a 23 anni, misi piede in una classe di primìni, considerati delle vere pesti. Venticinque paia di occhi, sorridenti, sornioni, interrogativi, crucciati, sfidanti. Sembravano dire: “ Noi siamo qui! Facci vedere che cosa sai fare! Sorprendici!”. Ecco è cominciata così e la magia si ripete ogni giorno, quando mi ritrovo con le mie adorabili pesti.
Le materie scientifiche che mi sono ritrovata ad insegnare non godevano e non godono di una buona fama. In genere sono viste come le bestie nere! E ci credo! Il modo in cui sono proposte è astratto e fine a se stesso. Sin da subito ho giurato a me stessa che non avrei reiterato la prassi didattica che avevo subito da scolara. E così mi sono impegnata a sperimentare nuove metodologie in cui i ragazzi sono gli artefici del proprio apprendimento, entrando all’interno delle discipline. Fondamentali sono state due esperienze : il progetto pilota Senis, seminario nazionale per l’insegnamento scientifico e una Borsa di ricerca ministeriale per insegnanti. Il primo è durato dal 1999 al 2001. Eravamo una quarantina di insegnanti, selezionati sul territorio nazionale in base a determinati requisiti, che si scambiavano in rete le proprie esperienze didattiche e confrontavano le realtà di riferimento. Un periodo bellissimo che ha portato alla stesura di un volume “Il Progetto SENIS – La formazione scientifica nella scuola media” per il MIUR. Tra i coordinatori, Paolo Guidoni, Giuseppe Accascina, Eugenio Torracca. La borsa di ricerca ministeriale ha portato alla produzione di ingenti materiali, prodotti con gli alunni di una classe terza, presenti sul sito dell’IRRER, un curricolo scientifico annuale. Nel 2001 è iniziata la mia collaborazione con la rivista Scuola e Didattica dell’Editrice La Scuola, che dura tuttora e, nell’ambito della collaborazione, ho continuato ad approfondire la ricerca didattica e metodologica.
E invece, come è avvenuto lo sbarco nel mondo dei blog?
E’ stato inevitabile, direi. Nel decennio appena trascorso, abbiamo assistito a una crescita esponenziale delle tecnologie digitali e alla nascita della realtà virtuale. I ragazzi cominciavano a vivere in un mondo parallelo, scollato dalla scuola. Così, per non perderli per strada, mi sono lanciata nel mondo delle piattaforme di e-learning, ho conseguito due master, uno in progettazione e-learning e l’altro sui metodi della comunicazione e apprendimento in rete. Mi sono fatta un’esperienza che è continuata con diversi incarichi ministeriali: il progetto ForTic per la formazione degli insegnanti nelle nuove tecnologie informatiche, in cui sono stata impegnata come tutor dei corsi A e B e come master trainer per la provincia di Ravenna.
I due blog didattici, Scientificando e Matem@ticaMente, che gestisco dal 2007, sono nati per l’esigenza di sperimentare altre vie alternative, che affiancassero l’insegnamento in aula. Un modo di offrire ai ragazzi un terreno in cui interagire oltre i muri dell’aula, che li motivasse e li rendesse attori in un’esperienza formativa, vicina alle loro esigenze di nativi digitali. I ragazzi, infatti, collaborano attivamente alla vita dei blog con articoli personali, in cui raccontano quel che apprendono a scuola e come lo apprendono.
I blog sono diventati pertanto due progetti didattici con caratteristiche peculiari e valide in ambito didattico e apprenditivo. Un riconoscimento di tali funzioni è sfociato nella selezione di Scientificando da parte del Progetto Europeo STELLA (Science Teaching in a Lifelong Learning Approach, http://www.stella-science.eu/) come uno dei quattro progetti scientifici di eccellenza italiani, che sono stati inseriti nell’e-book “Science Education in European Schools - Selected Practices from the STELLA Catalogue” (in formato ridotto al seguente indirizzo:
Qual è, a suo avviso, il contributo che un'esperienza didattica può apportare alla 'pratica' della divulgazione e... viceversa?
Per quanto riguarda Scientificando (scientificando.) e Matem@ticaMente (lanostramatematica.), nati come blog didattici, si sono modificati in maniera naturale, includendo anche la comunicazione scientifica. Direi che l’esperienza didattica può migliorare la divulgazione (preferisco il termine comunicazione a divulgazione) sia in termini di chiarezza che di precisione e correttezza, mentre la divulgazione può essere di supporto alla didattica nel senso che ne dilata e amplifica il raggio di azione.
Si dice in giro che i giovani, nell'era di Internet, abbiano perso la capacità di concentrarsi. Secondo lei, che sta a contatto con ragazzi molto giovani, è un luogo comune o c'è qualcosa di vero?
Ecco “si dice in giro”… da chi non è a contatto stretto, quotidianamente, con i ragazzi! Oggi i ragazzi hanno indubbiamente più occasioni di distrarsi rispetto a diversi anni fa. E questo non se lo sono cercato loro. Mi irrita chi pontifica, attribuendo ogni responsabilità ai ragazzi! La questione è complessa e non può essere liquidata in poche righe. Sicuramente Internet è potenzialmente un grosso distrattore e non solo per i giovani. Il link è sempre in agguato…per questo i ragazzi dovrebbero essere educati a muoversi con consapevolezza nelle maglie della rete. E in questo la scuola può fare molto e anche la famiglia.
Ciò precisato, i giovani riescono a concentrarsi nella misura in cui “l’offerta” si presenta “attraente”. Ovvero se la proposta formativa è resa interessante, la partecipazione è assicurata e i livelli di concentrazione ( e i risultati in termini di apprendimento) diventano sorprendenti.
Ho frequentato il Liceo Classico, il glorioso “Quinto Ennio” di Gallipoli. Poi, con una brusca virata (la storia è troppo lunga…) mi sono laureata in Fisica all’Università del Salento, discutendo una tesi in Algebra delle correnti e Teoremi a bassa energia. Successivamente ho frequentato i primi tre anni del Corso di Laurea in Biologia… poi abbandonato per sopraggiunto matrimonio con un romagnolo doc, relativa figliolanza e migrazione in quel di Romagna.
Come mai ha deciso di dedicarsi all'insegnamento? Ci pensava già in giovane età?
No, non credo di aver pensato all’insegnamento da piccola anche se mi sono trovata, mio malgrado, ad “insegnare” al tempo in cui frequentavo le medie. Vi chiederete come sia stata possibile una cosa del genere. In breve, ero una bimbetta sveglia e molto, ma molto curiosa. La mia curiosità mi portava a divorare letteralmente libri su libri di qualsiasi genere purché soddisfacessero la mia insana curiosità di conoscere. In tal modo, ero riuscita a sviluppare una buona capacità di esprimermi verbalmente e per iscritto. Insomma riuscivo piuttosto bene a scuola…così il mio professore di lettere ebbe la folgorante idea di consigliare qualche genitore di spedire a fare i compiti da me il proprio pargolo, che non era quel che si dice una cima! Comprensibile il concetto?
Mi stavo indirizzando verso la ricerca universitaria… ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Fui convocata per una supplenza breve in una scuola media e lì scoppiò la scintilla. Mi innamorai letteralmente di quei fanciulli. I ragazzi di età compresa tra gli undici e i 14 anni sono plasmabili come tenera creta, pronti a lasciarsi guidare se si riesce a conquistare la loro fiducia. Non dimenticherò mai la prima volta che, a 23 anni, misi piede in una classe di primìni, considerati delle vere pesti. Venticinque paia di occhi, sorridenti, sornioni, interrogativi, crucciati, sfidanti. Sembravano dire: “ Noi siamo qui! Facci vedere che cosa sai fare! Sorprendici!”. Ecco è cominciata così e la magia si ripete ogni giorno, quando mi ritrovo con le mie adorabili pesti.
Le materie scientifiche che mi sono ritrovata ad insegnare non godevano e non godono di una buona fama. In genere sono viste come le bestie nere! E ci credo! Il modo in cui sono proposte è astratto e fine a se stesso. Sin da subito ho giurato a me stessa che non avrei reiterato la prassi didattica che avevo subito da scolara. E così mi sono impegnata a sperimentare nuove metodologie in cui i ragazzi sono gli artefici del proprio apprendimento, entrando all’interno delle discipline. Fondamentali sono state due esperienze : il progetto pilota Senis, seminario nazionale per l’insegnamento scientifico e una Borsa di ricerca ministeriale per insegnanti. Il primo è durato dal 1999 al 2001. Eravamo una quarantina di insegnanti, selezionati sul territorio nazionale in base a determinati requisiti, che si scambiavano in rete le proprie esperienze didattiche e confrontavano le realtà di riferimento. Un periodo bellissimo che ha portato alla stesura di un volume “Il Progetto SENIS – La formazione scientifica nella scuola media” per il MIUR. Tra i coordinatori, Paolo Guidoni, Giuseppe Accascina, Eugenio Torracca. La borsa di ricerca ministeriale ha portato alla produzione di ingenti materiali, prodotti con gli alunni di una classe terza, presenti sul sito dell’IRRER, un curricolo scientifico annuale. Nel 2001 è iniziata la mia collaborazione con la rivista Scuola e Didattica dell’Editrice La Scuola, che dura tuttora e, nell’ambito della collaborazione, ho continuato ad approfondire la ricerca didattica e metodologica.
E invece, come è avvenuto lo sbarco nel mondo dei blog?
E’ stato inevitabile, direi. Nel decennio appena trascorso, abbiamo assistito a una crescita esponenziale delle tecnologie digitali e alla nascita della realtà virtuale. I ragazzi cominciavano a vivere in un mondo parallelo, scollato dalla scuola. Così, per non perderli per strada, mi sono lanciata nel mondo delle piattaforme di e-learning, ho conseguito due master, uno in progettazione e-learning e l’altro sui metodi della comunicazione e apprendimento in rete. Mi sono fatta un’esperienza che è continuata con diversi incarichi ministeriali: il progetto ForTic per la formazione degli insegnanti nelle nuove tecnologie informatiche, in cui sono stata impegnata come tutor dei corsi A e B e come master trainer per la provincia di Ravenna.
I due blog didattici, Scientificando e Matem@ticaMente, che gestisco dal 2007, sono nati per l’esigenza di sperimentare altre vie alternative, che affiancassero l’insegnamento in aula. Un modo di offrire ai ragazzi un terreno in cui interagire oltre i muri dell’aula, che li motivasse e li rendesse attori in un’esperienza formativa, vicina alle loro esigenze di nativi digitali. I ragazzi, infatti, collaborano attivamente alla vita dei blog con articoli personali, in cui raccontano quel che apprendono a scuola e come lo apprendono.
I blog sono diventati pertanto due progetti didattici con caratteristiche peculiari e valide in ambito didattico e apprenditivo. Un riconoscimento di tali funzioni è sfociato nella selezione di Scientificando da parte del Progetto Europeo STELLA (Science Teaching in a Lifelong Learning Approach, http://www.stella-science.eu/) come uno dei quattro progetti scientifici di eccellenza italiani, che sono stati inseriti nell’e-book “Science Education in European Schools - Selected Practices from the STELLA Catalogue” (in formato ridotto al seguente indirizzo:
Qual è, a suo avviso, il contributo che un'esperienza didattica può apportare alla 'pratica' della divulgazione e... viceversa?
Per quanto riguarda Scientificando (scientificando.) e Matem@ticaMente (lanostramatematica.), nati come blog didattici, si sono modificati in maniera naturale, includendo anche la comunicazione scientifica. Direi che l’esperienza didattica può migliorare la divulgazione (preferisco il termine comunicazione a divulgazione) sia in termini di chiarezza che di precisione e correttezza, mentre la divulgazione può essere di supporto alla didattica nel senso che ne dilata e amplifica il raggio di azione.
Si dice in giro che i giovani, nell'era di Internet, abbiano perso la capacità di concentrarsi. Secondo lei, che sta a contatto con ragazzi molto giovani, è un luogo comune o c'è qualcosa di vero?
Ecco “si dice in giro”… da chi non è a contatto stretto, quotidianamente, con i ragazzi! Oggi i ragazzi hanno indubbiamente più occasioni di distrarsi rispetto a diversi anni fa. E questo non se lo sono cercato loro. Mi irrita chi pontifica, attribuendo ogni responsabilità ai ragazzi! La questione è complessa e non può essere liquidata in poche righe. Sicuramente Internet è potenzialmente un grosso distrattore e non solo per i giovani. Il link è sempre in agguato…per questo i ragazzi dovrebbero essere educati a muoversi con consapevolezza nelle maglie della rete. E in questo la scuola può fare molto e anche la famiglia.
Ciò precisato, i giovani riescono a concentrarsi nella misura in cui “l’offerta” si presenta “attraente”. Ovvero se la proposta formativa è resa interessante, la partecipazione è assicurata e i livelli di concentrazione ( e i risultati in termini di apprendimento) diventano sorprendenti.
Il nostro sito ha l'ambizione (e la speranza) di parlare di matematica soprattutto attraverso le sue applicazioni e la matematica moderna. Cosa pensa di questo approccio?
E’ un approccio molto valido, soprattutto con gli utenti particolarmente giovani, che hanno bisogno di trovare connessioni concrete tra matematica e realtà. Le applicazioni della matematica arrivano più direttamente e coinvolgono più efficacemente rispetto ad un approccio astratto e formale, spesso privo di significato per chi è molto giovane.
E’ un approccio molto valido, soprattutto con gli utenti particolarmente giovani, che hanno bisogno di trovare connessioni concrete tra matematica e realtà. Le applicazioni della matematica arrivano più direttamente e coinvolgono più efficacemente rispetto ad un approccio astratto e formale, spesso privo di significato per chi è molto giovane.
Cosa fa quando non insegna o quando non... posta? Ha qualche hobby, interesse particolare?
Mi dedico alla famiglia, marito e due figli, che assorbono molto del mio tempo. Se ho qualche hobby? Diversi…troppi per essere curati adeguatamente. Così finisce che faccio una gran confusione. Magari comincio un quadro che non porto a termine perché nel frattempo mi perdo a scrivere dei versi (tento più che altro;)). Oppure inizio un lavoro a maglia che rimane lì perché mi viene voglia di realizzare un cardigan all’uncinetto, che quasi sicuramente, rimarrà incompiuto. E non dimentichiamo il pianoforte, passione scritta nel DNA, provenendo da una famiglia di musicisti da generazioni. Spero di non essere saltata di palo in frasca e di non aver fatto confusione, cosa che mi riesce piuttosto bene se mi metto d’impegno.
Mi dedico alla famiglia, marito e due figli, che assorbono molto del mio tempo. Se ho qualche hobby? Diversi…troppi per essere curati adeguatamente. Così finisce che faccio una gran confusione. Magari comincio un quadro che non porto a termine perché nel frattempo mi perdo a scrivere dei versi (tento più che altro;)). Oppure inizio un lavoro a maglia che rimane lì perché mi viene voglia di realizzare un cardigan all’uncinetto, che quasi sicuramente, rimarrà incompiuto. E non dimentichiamo il pianoforte, passione scritta nel DNA, provenendo da una famiglia di musicisti da generazioni. Spero di non essere saltata di palo in frasca e di non aver fatto confusione, cosa che mi riesce piuttosto bene se mi metto d’impegno.
Molto interessante tutto questo che hai scritto.
RispondiEliminaPenso che il valore dei insegnanti oggi è stato offuscato in giustamente.
Il caso è la causa che si ascolta troppo i bambini che sempre non dicono la verità
Buona giornata cara Rosy.
Tomaso
Come genitori e cittadini, dobbiamo ringraziarti Annarita, per come porti avanti il tuo lavoro, ma per te questo lavoro è una missione. Oggi si dice che la scuola non da alla società bravi studenti, ma io sono sicurissima che non e così
RispondiEliminaFino a quando la scuola ha insegnanti come te stiamo in buone mani.
So quanto lavori, un lavoro che porti avanti con serietà, professionalità e amore , cose che fanno di te una stella, nel firmamento scolastico e nel web.
Personalmente sono una frana in matematica e in tutte le materie scientifiche, e tu lo sai. Ma seguo i tuoi blog, e mi accorgo che più li seguo, e più imparo, e più so.
Un grazie di cuore per tutto quello che farai per i nostri ragazzi, che saranno i futuri uomini. La scintilla che è scattata in te a 23 anni è diventata polvere magica, per tutti i ragazzi che hanno la fortuna di averti come come insegnante, e non solo loro, anche chi con un clic si trova sui tuoi link. In bocca al lupo!
Continua a Sorprenderci! Con affetto da Rosariella.
rosariella, soltanto i veri amici gioiscono delle gioie degli amici. E solo gli amici veri si comportano come hai fatto tu con questo post!
RispondiEliminaTi ringrazio di essermi amica e per tutto quello che fai per me.
Un abbraccio grande.
annarita
Tomaso non ho scritto io queste parole.
RispondiEliminaQuesta è un'intervista ad Annarita
dalla redazione di Maddmath( maddmaths.simai.eu)!, il gruppo di divulgazione di SIMAI-DMA www.simai.eu ), la prestigiosa Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale.
Grazie sempre
Ciao
Annarita inizio col dirti...
RispondiEliminaE quello che tu fai per me...?
Possiamo dire che la rete offre delle bellissime opportunità di instaurare delle buone amicizie.
L'amicizia è un sentimento cosi raro e cosi bello
Il cuore di un'amica/o non tollera il grazie.
Un bacione e complimenti per l'intervista, e meno male che il diavolo fa solo le pentole.
Un bacione grande!
Rosy,
RispondiEliminascusami se per ora non leggo l'intervista, lo farò più tardi...volevo dirti che ho fatto l'iscrizione a Read Speacker...ora che devo fare???
Avevo provato prima con vozMe, ma non ho trovato la riga segnalata ed ho rinunciato.
A presto
Grazie mille Rosy,
RispondiEliminasei un tesoro.
Era una cosa che nel sito della scuola avrei voluto fare, ma tra lo scarso tempo e le scarse conoscenze non ho mai realizzato.
Io lavoravo con il linguaggio htm e perciò ho cercato vozMe, ma il lessico del blog è differente.
Ora, grazie a te, il sogno si corona
Un bacione
La passione, mista all'autorevolezza, alla voglia di migliorarsi e di imparare sono il migliore esempio che uno studente possa incontrare. L'impegno di Annarita è un esempio e un modello per i docenti. Per quella scuola che annaspa cercando ricette per il miglioramento e non sa di avere (o fa finta) le eccellenze anche fra i docenti.
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso
Un bacino
Ciao Rosy, ho letto attentamente l'intervista, non facendo parte dei docenti, parlo da ex alunno della scuola d'obbligo. Allora forse per me non c'erano alternative quando mi fu chiesto di lavorare...
RispondiEliminaLa foto di Annarita è bellissima, a Ravenna ho conosciuto molto bene Porto Corsini, mi è rimasta nel cuore:-), "conoscere" persone come voi per me è un vero tesoro:-)
Per quanto riguarda far "parlare" i post ho allertato gli amici dell'isola e tra non molto si daranno da fare:-) Un bacio da tutti noi.
Adesso passo da Lina ad augurarle una buona serata, altrimenti la ragazza è capace anche di "incazzarsi":-)
@Tomaso: grazie per avere spezzato una lancia a favore degli insegnanti.
RispondiElimina@rosaria: capisco che il cuore di un'amica/o non tollera il grazie, ma se non ti ringraziassi mi sentirei una cafona.
@Rosalba: ti ringrazio dell'apprezzamento, però non mi sento un modello...solo un'insegnante che crede nella scuola e in quel che fa.
Buon lavoro.
@nicola: sei molto gentile:) Porto Corsini sarà carino, ma non ha niente da spartire con il mare di Gallipoli e del Salento.
Vi ringrazio ancora tutti con un abbraccio cumulativo.
annarita
Ciao Rosellina, ciao Annarita:-) Sono molto contenta di aver letto questa intervista che mi ha permesso di "conoscere" ancora di più una persona speciale come a professoressa, certo avevo già le mie idee, mi ero già fatto un concetto riguardante questa persona esplosiva e ricca...a questo aggiungerei che è tua amica ed allora il tutto si completa:-)
RispondiEliminaAdesso vieni pure a prendere un caffè da me..con chi vuoi, perchè come si dice a Napoli o' invitate, pò invità e nun venì che man manne, porta e sfugliatelle pe fà spassà
:-)) La mia porta è socchiusa, non devi nemmeno trovare una scusa.:))
Baci Rosellina
Buon dì Rosy,
RispondiEliminache bella intervista e che nostalgia.
Quanto entusiasmo e che impegno costante e quanta professionalità trasuda da queste
Noi insegnanti, spesso,siamo un popolo di incompresi.
Non si riesce a capire quanto lavoro riusciamo a produrre per motivare, incentivare e seguire in modo consono gli alunni
Beh, io non più, ma voi si.
Grazie per quanto fate
Un bacio
Rosy
RispondiEliminaUn buon giorno ad Annarita e a te Rosaria .
Ho letto la tua intervista cara Annarita e ti faccio tanti complimenti .
Un insegnate come te e una vera ricchezza x la scuola .
Un caro saluto ad annarita .
Con te cara cognatina ci vediamo oggi pomeriggio per il caffè .
Lina
@riri: ti ringrazio delle generose parole, cara riri. Anch'io mi sono fatta un'idea sulla bella persona che sei.
RispondiEliminaPoi sei anche una buona amica di rosaria...e allora cosa volere di più?
@zicin: hai ragione sul lavoro sommerso svolto in silenzio dagli insegnanti, non considerati dalal società come dovrebbe essere.
Piacere di coniscere una nuova collega.
@lina: grazie cara lina, sei troppo gentile.
Un caro saluto e un abbraccio cumulativo.
annarita
Sono rimasto sinceramente colpito
RispondiEliminanel leggere l'intervista alla professoressa Annarita, una persona speciale che ho avuto l'onore di conoscere virtualmente tramite il suo blog, e verso la quale ho una vera ammirazione.
Aldone caro, tu commentavi qui da rosaria mentre io bussavo a casa tua.
RispondiEliminaSei un vero tesoro e un gentiluomo. Mi sei molto caro...e non sono parole.
Il web è in fondo una proiezione della vita reale. Sul palcoscenico virtuale, si avvicendano i vari tipi di umanità: il livoroso, l'invidioso, il chiaccherone, il saccente, l'inaffidabile, il gentiluomo, il simpatico, il generoso, per citarne alcuni.
Tu riassumi il meglio di questa rassegna di umanità. Sei di quelli che lasciano il segno ed io ti sono sinceramente affezionata.
Un abbraccione.
annarita
...ora ti aspetto, forse dormi ancora? Non senti il profumo?
RispondiEliminaBaci