Fino al 1877, un secolo e venticinque anni fa, le testimonianze delle donne non avevano alcun riconoscimento giuridico, al pari di quelle dei fanciulli e dei mentecatti, come recitava la legge in proposito. E’ delicato l’accostamento ai bimbi e alla loro innocenza; piace meno l’identificazione con i mentecatti, ossia i dementi. La verità delle donne non era verità; non era nemmeno menzogna; semplicemente, non esisteva, non aveva valore. E siamo alla fine dell’Ottocento, non nella preistoria. La donna, giuridicamente, non esisteva, e difatti non godeva dei diritti civili e politici. In un solo secolo il processo di equiparazione delle donne agli uomini ha compiuto grandi, sconvolgenti passi, e ora le donne esistono, votano, parlano, protestano, esigono, chiedono, fanno (fin troppo, dicono alcuni). Ma con quali risultati?
1678 Lucrezia Cornaro, giovane di vastissima cultura (parla correntemente 6 lingue ed è studiosa di teologia e filosofia), diventa, per incarico della Repubblica di Venezia, la prima professoressa universitaria.
1758 La bolognese Anna Morandi, occupa la cattedra di anatomia all'Università di Firenze.
Nei moti carbonari del 1821 si distingueranno le donne chiamate in codice "giardiniere", ma si tratta soltanto di casi isolati, in generale, nelle donne si continua a vedere solo qualcuno da destinare alla cura della casa e dei figli, da tenere lontano dalle attività politiche e sociali.
1889 Viene fondato a Varese il primo sindacato femminile che difende i diritti delle tessitrici.
1907 Entra in vigore la prima legge sulla tutela del lavoro femminile e minorile. La prima donna italiana, la torinese Ernestina Prola, ottiene la patente per la guida automobilistica.
Maria Montessori fonda, nel quartiere popolare di S. Lorenzo, a Roma, la prima "casa del bambino".
1908 Anno di fondazione dell'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che cerca di opporsi alla laicizzazione della scuola e di promuovere la cultura femminile.
1912 Sulla scia della Lega Socialista, nata agli inizi del secolo, si costituisce l'Unione Nazionale delle donne socialiste. Da qualche tempo esule in Italia, Anna Michailovna Kuliscioff, a fianco di Filippo Turati, lavora per inserire la donna nella vita politica e affinchè lo Stato riconosca i suoi diritti. Nel "Primo Congresso delle Donne Italiane", al quale parteciparono tanto le donne cattoliche quanto le socialiste, le ideologie e le mete, però, differiscono troppo fra loro e ciascun gruppo intraprende strade differenti, perseguendo obbiettivi diversi.
1918 Nasce la Gioventù Cattolica, destinata a formare le giovani dall'infanzia fino ai 30 anni alla vita religiosa e sociale.
1931 Il Fascismo abolisce tutte le associazioni cattoliche e solo dopo la ferma presa di posizione di Pio XI, permetterà loro di vivere a condizione che esse abbiano solo uno scopo religioso.
Tuttavia la seconda guerra mondiale, assai più della prima, porterà la donna, ad occupare anche posti di grande responsabilità civile considerati fino a quel momento soltanto "maschili" ottenendo non di rado risultati anche migliori. L'apporto dato dalla donna alla Resistenza è stato spesso insostituibile.
1945 Nascono il Centro Femminile Italiano (CIF) che si propone di ottenere la ricostruzione della Patria, devastata dalla guerra e impoverita già precedentemente dalla politica ambiziosa di Mussolini, attraverso la giusta valorizzazione delle risorse femminili, e l'Unione Donne Italiane (UDI), propaggine del Partito Comunista, che si propone di coinvolgere attivamente le donne nella vita del Paese.
Anche in Italia (1946) dopo Svezia (1866), Finlandia (1906), Norvegia (1909), Danimarca (1915), U.R.S.S. (1917), Inghilterra (1918), Stati Uniti (1920) e Francia (1945) fu riconosciuto alle donne il diritto di voto.
1950 Viene emanata la prima legge che garantisce la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre.
1951 Angela Cingolani, democristiana, è la prima donna sottosegretario d'Italia.
1958 E' approvata dal Parlamento, una legge, proposta dalla senatrice Lina Merlin (socialista), in cui si sancisce la chiusura dei bordelli.
La mimosa, in fioritura a marzo, è simbolo di innocenza, libertà e autonomia ed è il fiore eletto per questa ricorrenza. Non ci sono forti significati ideologici dietro questa scelta: sembrerebbe difatti che nel 1946, l'UDI (Unione Donne Italiane), preparando il primo 8 marzo del dopoguerra, si pose il problema di trovare un fiore che potesse caratterizzare quella giornata, essendoci il precedente del garofano rosso per il Primo maggio, la festa dei lavoratori. La mimosa, profumatissima e poco costosa, apparve essere il fiore adatto, e divenne il simbolo della Festa della Donna.
Dietro questa giornata vi è un sostrato di dolore, sofferenza, lotta di tante donne che si sono battute per un mondo più equo: è grazie a loro che le donne occidentali hanno potuto affermare con forza i propri diritti e hanno potuto vedere riconosciuta la parità con l'uomo. L'8 marzo rivolgiamo dunque un pensiero a coloro che hanno permesso l'emancipazione femminile e pensiamo anche alle tante donne che ancora oggi devono subire condizioni di subalternità sociale.
Buona festa della donna a tutti (uomini e donne).
Erano arrabbiate. Tristi, erano sfruttate. Vivevano come animali, lavoravano come schiave. Non avevano diritti, solo doveri. Non avevano un compenso che si potesse chiamare paga. Poi, altro. Di peggio. Erano donne. Erano niente. Erano carne da macello.
Una di loro alza la testa. Quale sarà stata la causa scatenante? Un figlio ammalato, la dignità ancora una volta calpestata da una mano addosso, la stanchezza che non permette un razionale pensiero? Comunque, una di loro alza la testa. Basta. Pensa. Basta. Dice. Basta. Urla. Altre donne alzano la testa. Alcune per zittirla, perché non possono rinunciare a quei quattro soldi, e non hanno mai pensato di poter vivere in maniera diversa. Ma altre no, si uniscono. Basta. La voce si alza, le braccia si incrociano. Mi immagino il "padrone". Cazzo vogliono, queste. Cazzo dicono, cazzo fanno. Dovrebbero ringraziarmi, dovrebbero baciarmi i piedi.
L'urlo è alto, le braccia si uniscono, le donne spengono le macchine, non producono. Non solo. Parlano. Di cose assurde, di dignità, di compenso, di orari, di diritti. Parlano. Poi si alzano ed escono. Da quella fabbrica fumo polvere sudore ansia sfruttamento. Escono e guardano in alto. Quanto tempo è che non vedono il sole? quanti anni sono che entrano col buio della notte ed escono col buio di quella successiva, e via a correre, e via a lavorare e via a preparare lavare accudire via via via. Escono e c'è il sole. Alzano la faccia a quel calore, nonostante sia ancora freddo.
Il giorno dopo ancora. Le donne ci tornano, in fabbrica, ma parlano. Dicono cose che fanno pensare. Le parole sanno di pulito, di bello. Sanno di una vita che forse, ecco, forse sarebbe possibile vivere.
I giorni passano. Le donne guardano con occhi fissi quelli del padrone, ed i suoi urli non sono alti come il loro silenzio improvviso.
I giorni passano, le donne sono più alte, ci scappa un sorriso, ogni tanto, perché la rabbia che avevano dentro sta uscendo fuori, e con quella il veleno che inacidiva il loro viso e la loro vita.
Un sorriso che ha nome: si chiama speranza. si chiama dignità.
E' ora di uscire. E' finito l'orario. Si preparano. Vanno alle porte, parlano ancora fra loro. Domani sarà un altro giorno di lotta, ma adesso è tempo di andarsene. Che capisca il padrone che non scherzano. Si piegherà anche lui.
Le porte sono bloccate. Ci provano insieme. Corrono, da una porta all'altra. Niente. Cosa succede. Cosa.urlano, adesso. Prima è rabbia, sono insulti, sono pugni alzati, sono botte a quelle porte chiuse. Poi è paura, che serpeggia, si allunga, prende alla gola. No, non è solo paura. E' puzza di fumo. Il terrore. Il panico. Donne corrono, si scontrano, i pugni alle porte si fanno forsennati, sangue dalle mani, graffi sui volti, pensieri impazziti, i miei figli, il mio uomo, devo uscire, devo vivere, voglio vivere.
Il fumo diventa fiamme, le fiamme diventano fuoco tutto brucia, tutto: pareti, legno, tutto. I vestiti delle donne, sembrano torce che fuggono, si scontrano contro altre torce, il fuoco nei capelli, la pelle, il dolore, l'odore osceno di carne bruciata.
Tutto si consuma, in quelle fiamme. Una fabbrica, 129 storie personali, ed una storia collettiva.
Mr. Johnson, il padrone della fabbrica, ha bloccato tutte le porte della fabbrica. E poi, è stato dato fuoco. E' New York. E' il 1908. E' l'8 marzo. 129 donne sono morte. Per credere ad una vita dignitosa. Per ribellarsi ad una condizione disumana. Morte ammazzate, come topi in trappola.
Questa è la storia dell' 8 marzo. Liberamente rivista, ma data, morte, e storia sono reali.
E gli anni successivi, tanti anni, quasi 100, sono serviti per crescere, per fare della donna una persona. Lotte. Per vivere, per poter scegliere, per poter votare. Per avere integra la propria dignità.
Questo è l' 8 marzo.
non è un ramo di mimosa che costa, oggi, come la più rara delle orchidee.
non è una cena fra amiche, come se si potesse uscire solo stasera.
non è lo streape-tease di Costantino gentilmente offerto da "3".
E' il pensiero di tutte le lotte, dal 1908 in poi, che le donne come noi hanno fatto, per darci un modo migliore per vivere, per consegnare nelle nostre mani il regalo immenso di una "dignità" integra e rara.
Ed allora, facciamoci il regalo più grande: stiamo con gli uomini, insieme, parliamo di tutte le cose che abbiamo vissuto insieme, di tutte le cose meravigliose che riusciamo a fare insieme, perché insieme siamo grandi. Siamo forti, siamo invincibili. Uomini e donne, insieme, perfette creature fatte per vivere nello stesso spazio, condividendo tutto: oneri ed onori, dolore e gioia.
Ed allora, sì, che l'8 marzo sarà splendente. Sarà il giorno della vittoria delle persone.
Ed alle 129 donne morte bruciate, le nostre antenate, le nostre eroine, vada il grazie collettivo di tutti. Uomini e donne. Perché la loro morte non è stata vana. Sterile. Perché i loro figli siano non orfani, ma i figli che ognuno di noi può accudire con dolcezza e tranquillità. Perché i loro uomini non siano i vedovi ad ubriacarsi ancora una volta, ma i compagni che ci tengono per mano, e che con noi superano ostacoli.
Insieme.
Perché non è la "lotta" il fine stesso della lotta. Ma la conquista della pace e della serenità.
Questo è il mio augurio per l' 8 marzo.
Ed anche per il 15 aprile, il 21 ottobre, il 7 dicembre, ed ogni data di ogni anno.
A voi, donne del frisbee.
Ed a voi, uomini del frisbee.
Perchè INSIEME è una grande parola.
Ho trovato su Internet quello che sempre ho pensato su questo giorno e non potevo lasciarlo andare, lo offro a uomini e donne, insieme possiamo e dobbiamo imparare a crescere, nel rispetto di una Grande parola....
DIGNITA' UMANA PER TUTTI!
USCITE CON I VOSTRI UOMINI l'8 Marzo E PARLATE DEI VOSTRI PROGETTI DEL VOSTRO AMORE, DEL RISPETTO CHE AVETE L'UNO DELL'ALTRO E SE LA MIMOSA NON LA VOLETE, DATEVI UN BACIO DATEVI LA MANO E CAMMINATE INSIEME... rosy
Messaggi d'amore.
Alle donne sole,
alle donne senza amore
a quelle che l'hanno perso,
oppure mai trovato
alle donne di sentimento e passione
a quelle con gli occhi tristi
alle donne che hanno capito
e a quelle che cercano di farlo
alle donne comprensive e dolci
che sanno perdonare e dire scusa.
Messaggi d'amore, messaggi di cuore
alle donne ammalate dopo un'amore sbagliato
e all'amore negato a chi meritava
alle donne diverse anche a quelle più perse
senza figli e lavoro, senza un chiaro futuro
a quelle che hanno lottato per un posto al sole
a quelle che lottano ancora sui sogni
Messaggi d'amore fra testa e cuore
messaggi d'amore pe' i campi, e pe' i fiori
nei boschi di muschi e letti di foglie
dove puoi innamorarti a guardare i colori
e sentire il vento fra gli alberi in fila
ed un raggio di sole che passa tra i rami
che colora le foglie e dipinge scenari
Messaggi d'amore a tutte le donne
da una donna.
Rosy.
Una cronologia perfetta, la donna merita questo e molto di più.
RispondiEliminaMettiamoci ora a preparare le più belle mimose possibile
alle nostre care donne...
Dimenticavo un grosso bacione
RispondiEliminacara Rosy...
Evviva le donne!
RispondiEliminaSe ci fossero più donne ai posti alti...
Un bacio da una follettina, in un mondo di folletti!
Onore e ricordo per "QUESTE DONNE".
RispondiEliminaSiamo l'altra metà del cielo!
RispondiEliminaHo apprezzato il tuo lavoro! è una bella commemorazione per quelle donne che ci hanno permesso di avere qualcosa in più...sto preparando anch'io un post che avrà lo stesso significato, ma non così particolareggiato come il tuo..
RispondiEliminaTi auguro la buonanotte e ti abbraccio..
Post completo e ben fatto! Brava Rosy!
RispondiEliminaEcco le donne alle quali "guardare"... non certo a quelle che si espongono nelle vetrine ai nostri giorni!
RispondiEliminaOttimo post!
Giusto modo di "festeggiare"!
Un abbraccio a tutti/e!
Caro Tomaso un grosso bacione anche a te.
RispondiEliminaA te che sei sempre cosi caro e presente.
Si, donare un fiore alle donne non è poi un'idea tanto cattiva.
Stella, si, onore alle donne che tanto hanno dovuto lottare
RispondiEliminaBuona giornata
Paola, l'8 Marzo è importante commemorarlo, tante sono state le donne che hanno lottato per lasciare a noi tante cose...
RispondiEliminaAttendo con ansia il tuo post, sono sicura che sarà molto delicato, come lo sono le tue parole.
Buona Giornata.
Cara signora in rosso, hai detto bene che siamo l'altra metà del cielo.
RispondiEliminaUn cielo dove la sensibilità della donna brilla più delle stelle e siamo per la terra il buon concime...
Angelo azzurro, grazie ho cercato di fare il mio meglio, questo post è dedicato
RispondiEliminaalla più meravigliosa creatura del mondo...la Donna.
Cara kaiske, hai detto bene, col tempo ogni conquista perde la sua bellezza
RispondiEliminaTi auguro una buona giornata...a presto.
Rosy!! hai fatto una ricerca pazzesca! Ma è da te sorprendermi sempre. Sento tanto la tua mancanza
RispondiEliminaRosy questo post è superlativo... e pensare che nel 2009 ci sono uomini che trattano le donne come allora...
RispondiEliminaBuon 8 Marzo anche a te ed alla tua famiglia, ti abbraccio forte e ti mando... un bacio di fatina! KISSES...
Cara Antonella, mi piace tanto fare ricerche, ho sete di sapere sempre di più! Una sete che mi divora fin da piccola.
RispondiEliminaAnch'io sento la tua mancanza, anche sapendo che posso leggerti,la sensazione che provo è quella di
venire a casa tua girare tra le tue cose e non trovare te ad accogliermi
Mi accontento anche cosi se questo sta bene a te deve star bene anche a me
Ti abbraccio e ti auguro tante cose belle.Ciao Bacio.
janas, ci sono ancora donne cosi, ma sono sempre più poche.
RispondiEliminaVero Sabrina ancora oggi la donna è maltrattata, ma dipende dall'uomo che si ha accanto...i maschietti non sono cambiati poi tanto...l'evoluzione che ha avuto la donna è definita emancipazione... (che brutta parola)
RispondiEliminavolendo prendere questa parola in prestito, dobbiamo riconoscere che c'è una categoria di di maschietti poco emancipati...meno male che è la minoranza.
Ciao fatina bacio.
Rosy,mi affaccio nel tuo blog,sempre con la speranza di trovare cose nuove,belle ed interessanti e non ci deludi mai!Come stai?spero ti sia rimessa alla grande.Ottimo lavoro sull'8 marzo ed il suo significato, che rischia di essere spesso travolto da montagne di banalità.
RispondiEliminaPer noi che abbiamo superato i ...trenta questa ricorrenza ha un significato ancora più importante,più vissuto.
Un abbraccio al profumo di mimosa,cara amica.
Rosy ho appena letto la poesia che hai inserito... sbaglio o stamattina non c'era? E' fantastica...
RispondiEliminaTi prego... dammi la possibilità di postarla nel mio blog, è davvero molto bella e insieme a lei pubblico anke il tuo link... please.......
Un bacio fatato...
Sabrina la poesia se ti piace puoi postarla. ciao fatina.
RispondiEliminaCara Amica mia per quando riguarda l'influenza, ho preso la ricaduta ed è peggiore, spero tanto in po di sole da noi piove sempre.
RispondiEliminaSi, per noi l'8 Marzo ha un forte valore, perchè forse abbiamo vissuto sulla nostra pelle, anche se in modo diverso la scia di quello che viene definito (l'emancipazione della donna) la donna ha sempre camminato accanto all'uomo, solo che per le stranezze varie di questo mondo non le veniva riconosciuto nessun ruolo.
E' stato molto triste lottare per essere riconosciute come persone pensanti...
Tu come stai con l'influenza? Spero bene.
Ti abbraccio e insieme ate abbracio il profumo della mimosa.
Un bacio e buona giornata.
Grazie Rosy... ieri non ho fatto in tempo... oggi provvedo, ti abbraccio... KISSES...
RispondiEliminaVerrò a vedere
RispondiEliminaciao fatina
Rosy
RispondiEliminagrazie del bel video che hai fatto per me per il mio compleanno , x me e tutti quelli che hanno partecipato alla mia festa "VIRTUALE"
e vero che ci hai lavorare per 2 giorni che ti fanno male ancora le dita .
ma nel valsa la pena
è......BELLISSIMO!!!
Un regalo più bello non potevi farmi
ed io posso solo dirti grazie cento volte!!
grazie- grazie- grazie- grazie -
grazie- grazie- grazie -graie-
vorrei continuare , ma mi fermo quì , solo perchè la cena è pronta !! :-))))
UN BACIONE E UN ABBRACCIO...LINA
certe volte bastano le piccole cose a renderci felice, ed io lo sono con te e poi lo meriti.
RispondiEliminaSalutami mio fratello, un bacione a tutti e due, buona cena e buona serata...a domani.
Grazie rosy, per questo post che celebra in modo degno la donna, il suo percorso storico e una data, che è, appunto, di carattere storico e non consumistici.Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie alle nostre donne del passato che hanno lottato oggi abbiamo la libertà di decidere della nostra vita...
RispondiEliminaQueste donne vanno ricordate non con rametto di mimosa, ma con tutti i fiori della terra.
Ciao Serenella...buon fine settimana.