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sabato 6 dicembre 2008

Dal libro cuore.






La scuola
28, venerdì

Sì, caro Enrico, lo studio ti è duro, come ti dice tua madre,
non ti vedo ancora andare alla scuola con quell'animo risoluto
e con quel viso ridente, ch'io vorrei.
Tu fai ancora il restìo. Ma senti: pensa un po'
che misera, spregevole cosa sarebbe la tua giornata
se tu non andassi a scuola! A mani giunte,
a capo a una settimana, domanderesti di ritornarci,
roso dalla noia e dalla vergogna,
stomacato dei tuoi trastulli e della tua esistenza.
Tutti, tutti studiano ora, Enrico mio.
Pensa agli operai che vanno a scuola la sera
dopo aver faticato tutta la giornata, alle donne,
alle ragazze del popolo che vanno a scuola la domenica,
dopo aver lavorato tutta la settimana, ai soldati
che metton mano ai libri e ai quaderni quando
tornano spossati dagli esercizi, pensa ai ragazzi muti
e ciechi, che pure studiano, e fino ai prigionieri,
che anch'essi imparano a leggere e a scrivere.

Pensa, la mattina quando esci; che in quello stesso momento,
nella tua stessa città, altri trentamila ragazzi vanno come te
a chiudersi per tre ore in una stanza a studiare. Ma che!
Pensa agli innumerevoli ragazzi che presso a poco a quell'ora
vanno a scuola in tutti i paesi, vedili con l'immaginazione,
che vanno, vanno, per i vicoli dei villaggi quieti,
per le strade delle città rumorose, lungo le rive dei mari e dei laghi,
dove sotto un sole ardente, dove tra le nebbie, in barca nei paesi intersecati da canali, a cavallo per le grandi pianure, in slitta sopra le nevi, per valli e per colline,
a traverso a boschi e a torrenti, su per sentier solitari
delle montagne, soli, a coppie, a gruppi, a lunghe file,
tutti coi libri sotto il braccio, vestiti in mille modi,
parlanti in mille lingue, dalle ultime scuole della Russia
quasi perdute fra i ghiacci alle ultime scuole dell'Arabia
ombreggiate dalle palme, milioni e milioni,
tutti a imparare in cento forme diverse le medesime cose, immagina questo vastissimo formicolìo di ragazzi di cento popoli,
questo movimento immenso di cui fai parte, e pensa:

- Se questo movimento cessasse, l'umanità ricadrebbe nella barbarie, questo movimento è il progresso, la speranza, la gloria del mondo.
- Coraggio dunque, piccolo soldato dell'immenso esercito.
I tuoi libri son le tue armi, la tua classe è la tua squadra,
il campo di battaglia è la terra intera, e la vittoria è la civiltà umana. Non essere un soldato codardo, Enrico mio.

TUO PADRE




Caro libro cuore, quante emozioni e quante belle cose ho imparato da te.Sei stato il mio primo libro e non ti ho mai scordato, sei stato per me un pò come il primo amore... senza vergogna, posso dire, che ho cercato sempre di mettere in pratica le tue bellissime lezioni, che caramente, conservo nel mio cuore.


8 commenti:

  1. e allora " cuore Romagnolo" ? non fa piangere ancora? Notte Rosy

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  2. cuore romagnolo il piccolo scrivano fiorentino, la piccola vedetta lombarda...i racconti del mese..quanti bei ricordi che questo libro ha lasciato nel mio cuore...nella mia libreria ha il suo posto d'onore...

    Avevo solo questo libro e non lo so quante volte lo letto..e quanto mi ha insegnato...a casa mia amorevolmente i miei mi chiamano "il libro cuore" ma io non mi offendo.
    Buonanotte a te cara antonella...sono contenta d'averti conosciuta. Veramente!

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  3. qui sì che si sente l'arrivo del natale!

    ^_______________^

    buona domenica

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  4. Pupottina, mi piace il Natale se fosse per me ci metterei ancora tante cose... ciao

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  5. Ogni volta che entro qui, mi viene molto difficile uscirne: bel racconto, bell'atmosfera......
    Tantissimi auguri di buona festa!

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  6. Blessing, il natale mi piace, mi mette nel cuore sempre nuove speranze, ma non tanto per me... no,ma per il mondo intero.
    Auguri anche a te..a te doppi, abbraccia per me la tua bellissima africa.Un bacio.

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  7. Uh, il libro cuore... quanti ricordi...
    Il mio primo libro, invece, è stato "Il richiamo della foresta". Anche quello mi emoziona sempre.

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  8. I prmi libro che una bambina legge, resta nel cuore per sempre!
    Bacione

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